03-07-2018 ore 11:42 | Cronaca - Crema
di Marilisa Cattaneo

Crema, strade di legalità. Non la solita mafia, tra infiltrazioni, intimidazioni, gesti eclatanti

Mafia in Lombardia e nel territorio cremonese, dalle infiltrazioni alle manifestazioni, passando per la necessità di consapevolezza e l’appello ai cittadini. Se ne è discusso ieri sera in largo Falcone e Borsellino durante l’incontro Non la solita mafia, infiltrazioni mafiose nel territorio cremonese organizzato dalla Consulta dei giovani. Per la rassegna 57 giorni di legalità l'intervento del presidente della commissione regionale antimafia Monica Forte e dei componenti Gian Antonio Girelli Marco Degli Angeli.


Consapevolezza e impegno

Una vera e propria necessità quella di istituire anche in Lombardia una commissione antimafia, come spiegato da Girelli: “La nostra è una regione dove c’è economia e di riflesso è presente anche la criminalità. Serve una reazione pronta e serve consapevolezza, nessuno deve girare la testa dall’altra parte e non dobbiamo tenere fuori dalla porta questioni così importanti. I giovani sono una forza incredibile e lavorano sodo. Il presidio di Libera ne è un esempio: recuperare i beni e le proprietà confiscate è una grande vittoria dello Stato contro l’anti Stato”.


La trasformazione sociale

“Le mafie lombarde – ha spiegato Degli Angeli - hanno dato vita, a partire dagli anni Novanta, ad una vera e propria colonizzazione. Si presentano in modo non violento, accompagnando le aziende in momenti difficili, accostandosi ai cittadini gentilmente e occupando progressivamente la vita pubblica”. A caratterizzarle “l’indipendenza rispetto al nucleo, la vocazione per l’imprenditorialità, soprattutto nell’edilizia e nei trasporti; le intimidazioni e il linguaggio del fuoco, appiccano incendi, agiscono in modo subdolo come trasformatore sociale”.


Coscienza e manifestazioni

Per Forte “tutti sono coinvolti in questa partita. Ogni cittadino dovrebbe farsi osservatore del territorio e cogliere i sintomi della malavita; ad esempio attività sospette, segnalandole immediatamente alle forze dell’ordine. Serve maggiore coscienza collettiva”. Ad intervenire anche il maggiore dei carabinieri Antonio Savino (nell'immagine sopra): “La mafia esiste da sempre e in questo territorio non è necessario arrivare a gesti eclatanti per intimidire le persone. Sono sufficienti una telefonata o un atto vandalico. Le iniziative della Consulta dei giovani sono importanti per capire come difendersi, fare informazione e arginare questi fenomeni”.

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