Donare il sangue per integrarsi. All'Avis di Crema cresce il numero degli iscritti di origine straniera che scelgono di diventare soci per cercare di facilitare l'inserimento sociale nel territorio di residenza. “La quota di donatori è costante ma statica”, spiega il presidente della sezione cittadina Roberto Redondi. Qualche cifra: ad oggi la sezione di Crema conta 1429 iscritti - 909 uomini e 520 donne - di cui 779 residenti in città. Il 70 per cento dei donatori ha meno di 45 anni: 170 tra 18 e 25 anni, 300 tra 26 e 35 anni, 380 tra 36 e 45 anni. I soci stranieri sono una sessantina, cui presto se ne aggiungeranno altri 8, in corso di esame.
La provenienza
Il primo donatore straniero - attivo da oltre 15 anni - è di origine egiziana. La maggioranza proviene dall'est Europa, in particolare da Albania, Romania e Ucraina. Le nuove domande arrivano dalla comunità islamica cremasca e da alcune cooperative territoriali attive nel campo dell'accoglienza. “Abbiamo ricevuto diverse richieste d'incontro da comunità residenti sul territorio cremasco”, prosegue Redondi: “I nostri volontari sono a disposizione per illustrare l'attività dell'associazione, il valore del dono e soprattutto i fondamentali”. In primis, sicurezza e certificazione.
Esami scrupolosi
“Ogni aspirante donatore deve obbligatoriamente sottoporsi agli esami di rito per ottenere l'idoneità", sottolinea il segretario Pietro Valcarenghi. Ciò significa “accettare di sottoporsi a visite mediche, effettuare esami specifici e rispondere a domande sulla propria salute personale e sugli stili di vita. Se non si riscontrano anomalie, la donazione sarà possibile a partire dal quarantacinquesimo giorno successivo al primo prelievo di controllo, per escludere il possibile manifestarsi di malattie infettive. “I criteri imposti da Avis son rigidi e seguono un protocollo molto scrupoloso, ma la sicurezza è prioritaria per tutelare donatori e riceventi. Le regole valgono per tutti, senza distinzione di sesso, nazionalità, cultura. È la base dell'integrazione”.