Ieri sera è stato riaperto il dormitorio rifugio san Martino: 18 i letti disponibili in via Civerchi 7, invariati gli orari di ingresso la sera e uscita il mattino. L’accoglienza degli ospiti va dalle ore 20 alle 22 (facendo obbligatoriamente la doccia in loco) mentre al risveglio, consumata la colazione, il rifugio va lasciato entro le ore 9. Al termine del momento di preghiera il vescovo Daniele Gianotti ha commentato un brano dal vangelo di Matteo sui “due comandamenti da cui dipendono tutta la legge e i profeti”, facendo osservare che “nella moltitudine dei santi ci sono sicuramente anche i senza fissa dimora, persone messe a dura prova da varie vicenda della vita. I santi non sono solo coloro che si son dati da fare per dare un tetto a chi non ce l’ha e se n’è preso cura. Ci sono sicuramente santi anche dall’altra parte. Di sicuro uno di questi è san Benedetto Labre, canonizzato per voce di popolo per la sua vita di povertà e protettore dei mendicanti”.
Ascolto e condivisione
Un santo del XVIII. Nel suo vagabondare tra i santuari europei, prima di stabilirsi a Roma, è passato anche dal suo paese d’origine, dove a ricordo è stata apposta una lapide. “Anche tra queste mura – ha concluso il vescovo – si aggira la santità: in quest’attività di accoglienza che qui ricomincia, con il prestare ascolto e condividere tempo e attenzioni”. Alla riapertura del rifugio hanno partecipato anche il consigliere comunale Jacopo Bassi e l’assessore al Welfare Anastasie Musumary: il rifugio resterà aperto fino a fine marzo, o anche un po’ oltre, in base alle condizioni meteorologiche.
Volontari
Chiunque voglia mettersi a disposizione per qualche turno, affiancando gli operatori come volontario può contattare la struttura. Il vescovo ha ringraziato il responsabile Massimo Montanaro, che ha coordinato per diversi anni il servizio e ha fatto gli auguri al subentrante Emanuele Mocciardini. La serata si è conclusa con un momento conviviale, con caldarroste e tè caldo.