02-10-2018 ore 20:33 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

NazItalia, la denuncia di Paolo Berizzi e la ricerca di un antidoto al nuovo fascismo

“Un viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista”. Un buon numero di persone ha partecipato ieri in Comune a Crema alla presentazione del libro NazItalia, edito da Baldini+Castoldi e scritto da Paolo Berizzi. Il giornalista bergamasco, classe ‘72, racconta da una quindicina d’anni su La Repubblica e attraverso i suoi libri dell’escalation “fascioleghista e xenofoba allarmante”. Consapevole che giornali, radio e televisioni, per tacere dei politici, “sono sempre timidi a parlare di fascismo e a stigmatizzare certe derive”, ha talvolta frequentato in incognito gruppi di estrema destra, cercando di “mettere in guardia l’opinione pubblica, la politica, le istituzioni sui rischi che questo fenomeno può rappresentare per la nostra democrazia”. Anni trascorsi “circondato da un silenzio assordante”.

 

Idee un tempo inconciliabili

Oggi “c’è un fascismo liquido, disaggregato e sfuggente, per questo molto insidioso”. Nel 2017 il Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ha evidenziato “una radicalizzazione delle iniziative di protesta dell’intera galassia della destra radicale” focalizzata sul tema dell’immigrazione. Fenomeno sottovalutato o bollato come ‘folklore’ – evidentemente per convenienze politiche ed elettorali - ha nel tempo trovato uno sdoganamento: “La Lega e Salvini hanno unito idee un tempo inconciliabili, dalle istanze autonomiste e secessioniste al nazionalismo identitario e antieuropeista fino al fascioleghismo tinto di scudocrociato al Sud”. Per Franco Bordo, ex deputato di SeL e Leu, “quando si parla di fascismo non si può pensare che si ripresenti sotto le forme e le modalità in cui lo abbiamo conosciuto in passato; ma le idee, i disvalori, i metodi spesso violenti con cui si afferma rimangono gli stessi. Oggi abbiamo una componente reazionaria che si è fatta Stato”.

 

Conoscenza antidoto alla violenza

Durante il dibattito col pubblico sono emersi riferimenti alle recenti manifestazioni a Milano e a Roma in favore dei diritti e contro la politica del governo gialloverde. Paolo Balzari per l’Anpi ha ricordato l'impegno nel divulgare nel Paese il manifesto Mai più fascismi. Claudia Noci ha sottolineato lo sforzo dell’Anci e della rete dei Comuni con l’obiettivo di “incrementare il livello culturale complessivo. L’ignoranza spesso porta a derive nazionaliste, sovraniste, all’individuazione di uno o più nemici. La conoscenza è antidoto alla violenza”. Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha accennato al regolamento adottato dal Comune per impedire la concessione di spazi e sale pubbliche ai movimenti di ispirazione fascista. 

 

Il riconoscimento dei diritti

“Oggi il fascismo si nutre di elementi classici, molto presenti nei vertici della Lega, soprattutto visibili nell’atteggiamento verso gli stranieri ma più subdolamente in una concezione della donna primitiva, terribile, apertamente sbandierata da soggetti istituzionali. Basta guardare con che faccia tosta l’attuale governo ha imposto un ministero della famiglia che definire arcaico è un complimento. Il tema dei diritti oggi è il punto focale su cui si concentrano, per negarli, i nuovi fascismi. Non è un caso - ha concluso il sindaco Bonaldi - se ci siamo trovati i volantini di CasaPound sotto il Comune quando abbiamo riconosciuto una famiglia con due papà”. La soluzione? “Uscire dalle anguste semplificazioni e metterci la faccia. Non lasciare vuoti. Vale per le istituzioni, per la politica, anche e soprattutto per la sinistra. C’è una presenza fisica che non può essere sostituita da un tweet”.

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