02-07-2018 ore 12:07 | Cronaca - Crema
di Rebecca Ronchi

Crema. Centro culturale islamico, ordinanza del Comune. Il sindaco: ‘sono amareggiata’

“Amareggiata, ma è in gioco il rispetto delle regole”. Così il sindaco Stefania Bonaldi presenta l’ordinanza al centro culturale islamico di via Rossignoli a Ombriano, con l’obbligo, entro 30 giorni, di “ripristino alla destinazione d’uso antecedente l'attuale destinazione a luogo di culto”. Contro la disposizione del Comune “è possibile ricorrere al Tar”. Come specifica l’amministrazione comunale “in caso di inadempienza, il ripristino dei luoghi sarà effettuato d'ufficio con spese a carico degli interessati e gli stessi sono passibili di denuncia presso l'Autorità Giudiziaria”.


Controdeduzioni non convincenti

Come spiega il sindaco “le controdeduzioni addotte dalla comunità islamica circa l'avvenuta preghiera nel capannone di via Rossignoli non ci sono parse minimamente convincenti, anzi, semmai avvalorano l'idea di una comunità che non ha saputo prendere sul serio gli impegni assunti con l'amministrazione e in cui mancano effettivo controllo e comunicazione interna”.


Destinazione artigianale

“L'ordinanza, assunta dal dirigente dell'urbanistica, impone il ripristino della precedente destinazione dello stabile, cioè quella artigianale tout court, con obbligo di una comunicazione interna a tutti gli aderenti alla comunità, del divieto di utilizzo per funzioni differenti. Laddove alla scadenza del termine assegnato questo non avvenisse, provvederemo al ripristino d'ufficio come Comune, con spese a carico degli interessati. Va da sé, tuttavia, che nel caso di mancato rispetto di questo provvedimento, che non è più una semplice diffida, ma che, dati gli elementi probatori oggettivi acquisiti, assume la veste di una ordinanza, il tema non potrà più essere trattato esclusivamente sotto il profilo della conformità urbanistica, ma a quel punto potrebbe assumere risvolti in sede giudiziaria, anche penale”.

 

Prova di forza
“Sono molto amareggiata. Rispetto a questa evoluzione e a questo provvedimento. La mia cultura dei diritti – prosegue Stefania Bonaldi - non si sarebbe mai voluta cimentare in una prova di forza di questo tipo, tanto più su un diritto naturale e costituzionalmente garantito come quello di pregare il proprio dio. Tuttavia qui sono in gioco tutte le regole che una comunità si è data e nel caso specifico”.

 

Impegnativa variante

“Il nostro Comune ha già individuato, con una variante del Pgt impegnativa e molto discussa nel precedente mandato, un'area per il culto in via Milano, dichiarando invece da subito l'indisponibilità ad una nuova variante in via Rossignoli, in una zona densamente abitata, contigua al più grande complesso di case popolari cittadino, e per noi totalmente inadeguata per l'insediamento di un luogo di culto islamico che in alcuni momenti religiosi può richiamare centinaia di fedeli. Voglio peraltro ricordare che, proprio per garantire il diritto di preghiera in un luogo dignitoso e dedicato, dalla fine del Ramadan al maggio 2019 abbiamo concesso gratuitamente alla comunità islamica la palestra di Porta Serio per la preghiera del venerdì, il momento settimanale più qualificante della fede islamica. Ciò a comprova della buona fede e della convinzione con cui vogliamo sostenere il diritto di professare il proprio culto, ma accanto ai diritti, in un gruppo umano, esistono i doveri, ed è su questo punto che la comunità islamica deve dare prova di maggiore solidità e serietà”.

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