02-04-2016 ore 11:30 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. L’esperienza di vita e di sport dei paratleti Dighe, Lambertini e Messori

Ieri sera sala Pietro da Cemmo gremita di pubblico in occasione del convegno Il limite che non limita che anticipa il grande evento di domani, la prima tappa del giro d’Italia di hanbike. Come ha sottolineato Walter Della Frera, consigliere comunale delegato per lo sport e anima di Crema città europea dello sport 2016, la calendarizzazione dei grandi eventi, e quello di domani si prospetta come tale, con la partecipazione di oltre 100 atleti provenienti da tutta Italia, deve offrire lo spunto per fare cultura sportiva e creare eventi collaterali come il convegno di ieri. Sapientemente moderati da Gianluca Savoldi, si sono alternati gli interventi degli ospiti: Federico Messori, capitano della nazionale italiana di calcio amputati, Emanuele Lambertini (nazionale Paralimpico di scherma) e Massimo Dighe (velista Paralimpico), i quali hanno descritto il loro modo di intendere lo sport superando i limiti che la natura ha posto loro davanti. In platea la presenza numerosa della Polisportiva Madignanese, società, tecnici e tanti atleti piccoli e grandi non hanno mancato, confermando l’attenzione verso i temi del convegno, sempre presenti nella filosofia stessa della società biancorossa.

 

Parte di una comunità

In prima fila il sindaco Stefania Bonaldi, che nel suo saluto introduttivo ha posto l’accento sulle diverse abilità che hanno tutte le persone e sul senso di inadeguatezza che invece possiamo avere tutti, nel momento in cui non partecipiamo, ad esempio a questa o a quell’attività sportiva: si può decidere di non giocare, oppure di giocare ugualmente, superare il limite dell’inadeguatezza, diventando parte di una comunità. A seguire, l’introduzione di Patrizia Spadaccini, atleta guida in tandem per non vedenti, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Atlanta ’96, testimonial di CCES 2016, la quale ha esortato a superare i limiti che possiamo avere ognuno di noi, aiutando gli altri per aiutare se stessi.

 

Testa e cuore

Si parte citando il libro di Giusy Versace, laddove si fa riferimento alla testa e al cuore: da qui, la prima perla della serata, quando con il sorriso che lo contraddistingue Francesco Messori dice di essere nato con una sola gamba, ma non essersi mai posto il problema, aggiungendo: “Con forza di volontà, testa e cuore si raggiungono i propri sogni”. E questo ragazzino di sogni ne ha raggiunti parecchi, da quando faticava a giocare perché da bambino “la legge diceva che non potevo giocare”, per via delle stampelle. Poi con tenacia, l’apporto della famiglia e del Csi, utilizzando le potenzialità dei social network è riuscito a promuovere la creazione della nazionale italiana di calcio amputati, che in Messico nel 2014 ha disputato il primo mondiale. Un esempio per tutti, forse ancor di più per i viziati del pallone, quello dei campioni plurimilionari, ma anche quello di casa nostra, dove talvolta esagerazioni e polemiche sterili la fanno da padrone. Del resto, Francesco il suo motto se l’è fatto pure tatuare: “ho solo una gamba in meno”.

 

L’atleta disabile non chiede compassione

Nel corso della serata, si è parlato anche dell’esperienza di art4sport, l’associazione che dal 2009 finanzia nelle loro scelte sportive i ragazzi amputati come Emanuele Lambertini, per il quale il suo sport, la scherma, ha rappresentato il punto da cui ripartire, dopo il dramma dell’amputazione a seguito di una grave malattia, anche perché “i limiti sono fatti per essere superati”. Disabilità e compassione: spesso l’uno suscita l’altro, ma i tre ospiti sottolineano come non deve accadere questo, perché l’atleta disabile chiede altro e a dirlo è pure Massimo Dighe: lui ha un po’ di anni in più rispetto a Lambertini e Messori, sposato, papà e velista con la possibilità di gareggiare in competizioni assieme ai normodotati. È essenziale provarci – dice Massimo – perché dalle cadute e dalle batoste si impara. Voglia e un po’ di follia aiutano a buttarsi oltre l’ostacolo”.

 

Restare imperfetti

Tante le emozioni della serata, dalle clip video con i tre ospiti impegnati nelle loro competizioni ai saluti delle mamme di Emanuele e Francesco, alla simpatia con la quale i due ragazzi hanno raccontato la loro esperienza. Emanuele ha sottolineato come ormai i suoi amici dimenticano che porta la protesi, mentre Francesco “Messi”, per via del suo tifo azulgrana e del cognome simile all’asso argentino più volte incontrato, chiosa così: “Rimanete imperfetti, perché nell’imperfetto ognuno può aggiungere o togliere qualcosa”.

 

Prossimi eventi

A comunicarli è Walter Della Frera che invita tutti al Voltini il 18 giugno, per un’esibizione della nazionale calcio amputati e il prossimo mese di novembre, quando Crema ospiterà la straordinaria Bebe Vio, la ragazza che a seguito di una meningite acuta ha perso avambracci e gambe all’età di 11 anni, ma che riesce a praticare la scherma e sarà ospite del convegno su donne e sport.