“È vero che nel territorio cremasco non ci sono più band musicali? Anche a Crema ci sono più dj che cantautori? Soprattutto: a Crema e nel Cremasco ci sono ancora musicisti che fanno musica?” Sono solo alcune delle domande a cui l'associazione di promozione sociale Scream tenterà di trovare una risposta tramite il censimento dei musicisti nel Cremasco.
Il censimento
“Si tratta – spiega il presidente dell’associazione, Enrico Tedoldi – di un questionario online diviso in 3 sezioni (anagrafica, componenti ed esperienza musicale) e 25 domande, per capire chi fa musica a Crema e nel Cremasco, in che modo, a che livello e da quanto tempo. Al censimento possono partecipare tutti: cantautori, cover band, dj, gruppi musicali, orchestre, turnisti ed altri”.
Le tempistiche
“Il questionario – aggiunge – rimarrà online per un mese: dal 2 marzo al 2 aprile di quest’anno. Al termine della raccolta dati elaboreremo le informazioni in un mini-report: una piccola ricerca sulla realtà dei musicisti a Crema e nel territorio cremasco. Nel caso le informazioni raccolte lo consentissero, non escludiamo di poter portare l’analisi ad un livello più dettagliato”.
Gli obiettivi
“Prima di noi altre esperienze hanno provato a mappare la situazione musicale cremasca. Nulla di tutto ciò, però, è rimasto alla città e al territorio. Vorremmo poter fornire indicazioni di base sullo stato della musica, dal lato di chi la suona, a chiunque ne fosse interessato: dai politici ai musicisti, passando per i locali di musica ed il mondo delle associazioni. Una ricerca fatta dai giovani rispetto ad un ambito culturale e sociale al quale ci sentiamo ancora particolarmente legati”.
Scream e la musica
“Oggi è fin troppo facile parlare della morte della musica a Crema, additando i musicisti di svogliatezza e di apatia. Sul sito nostro e le nostre attività (tra cui l’organizzazione annuale del May Rock e il concorso per band emergenti Scream Music Emergency) abbiamo sempre cercato di dare risalto alla musica cremasca e ai suoi musicisti. Con questo censimento – conclude Tedoldi – vorremmo esplorare la dimensione numerica del fenomeno, convinti che solo con dati certi si possa impostare un dibattito serio”.