02-01-2023 ore 18:19 | Cronaca - Crema
di Antonio Agazzi

Il lascito di Benedetto XVI: “Ciò che la ragione scorge la fede illumina”. Il ricordo di Agazzi

In occasione del novantesimo anniversario di fondazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - per felice intuizione di Padre Agostino Gemelli - sabato 21 maggio 2011 -PapaBenedetto XVI rivolse al Rettore, ai Docenti, al Personale tecnico-amministrativo, agli studenti dell'Ateneo dei cattolici italiani, in Aula Paolo VI, un discorso mirabile, che ho avuto il privilegio di ascoltare in presenza e che mi è rimasto impresso nella mente e nel cuore.

La lucida analisi del Pontefice muoveva dalla considerazione che, nel nostro tempo, "la cultura umanistica sembra colpita da un progressivo logoramento, mentre l’accento viene posto sulle discipline dette ‘produttive’, di ambito tecnologico ed economico; si riscontra la tendenza a ridurre l’orizzonte umano al livello di ciò che è misurabile, a eliminare dal sapere sistematico e critico la fondamentale questione del senso. La cultura contemporanea - proseguiva il Papa - tende a confinare la religione fuori dagli spazi della razionalità: nella misura in cui le scienze empiriche monopolizzano i territori della ragione, non sembra esserci più spazio per le ragioni del credere, per cui la dimensione religiosa viene relegata nella sfera dell’opinabile e del privato.”… “La prospettiva cristiana - obiettava Joseph Ratzinger - non si contrappone al sapere scientifico e alle conquiste dell’ingegno umano, ma, al contrario, la fede allarga l'orizzonte del nostro pensiero, è via alla verità piena, guida di autentico sviluppo".

 

"Fede e cultura sono grandezze indissolubilmente connesse...e la questione della Verità e dell'Assoluto - la questione di Dio - non è un’investigazione astratta, avulsa dalla realtà del quotidiano, ma è la domanda cruciale, da cui dipende radicalmente la scoperta del senso del mondo e della vita”… “Il sapere della fede, quindi, illumina la ricerca dell’uomo, ...ciò che la ragione scorge la fede illumina e manifesta"... Anche da questa mia sintesi - che sicuramente impoverisce la riflessione di Benedetto XVI, il quale non aveva paura di parlare di "nuovo paganesimo", in riferimento alla contemporaneità - emerge come il dialogo tra ragione e fede, che non si escludono ma si integrano (Atene, la ragione, ha bisogno di Gerusalemme, la fede), sia stato il cuore della Suo opera, come teologo, e del Suo pontificato; un lascito destinato a produrre frutti ancora a lungo, in seno alla Chiesa cattolica e a beneficio dell'intera umanità.

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