28-07-2016 ore 16:32 | Sport - Calcio
di Federico Feola

Homeless World Cup. Nella nazionale cinque ragazzi provenienti dal reparto di Riabilitazione delle Dipendenze di Rivolta

Per il terzo anno consecutivo, i ragazzi dell’unità operativa di Riabilitazione delle Dipendenze di Rivolta d’Adda hanno partecipato all'Homeless World Cup a Glasgow, in Scozia. La partecipazione al torneo di calcio rientra nell'insieme delle attività riabilitative, diretta dal dottor Giorgio Cerizza, proprio per il suo essere un gioco di squadra dove, per vincere è necessario collaborare e giocare insieme per raggiungere la vittoria.

 

Ottimo risultato
L’Italia si è classificata al 23° posto. Un buon risultato calcistico tenendo conto che la squadra italiana per la prima volta è arrivata tra le prime 24 su 48 squadre partecipanti. Seppure incassando sconfitte, il gruppo è rimasto unito e le vittorie sono state una gioia non solo per i giocatori ma anche per chi a casa, operatori del servizio, utenti e volontari dell’Approdo, associazione che supporta il lavoro dell'unità operativa, ha seguito le gesta dei ragazzi provenienti dalla struttura cremasca: nel ruolo di giocatori Guido Colombo, Umberto De Vincenzo, Enrico Dallera e Diego Bonaldi e come allenatore, Matteo Volpi. Quest'ultimo era alla terza partecipazione al mondiale: nel 2014 in Cile come giocatore e l'anno scorso come aiuto di Giorgio Cerizza ed Alessandro Dall’orto.

 

Qualcosa di unico
“Partecipare ad un evento come questo – commenta Cerizza (nella foto a lato) - è un’esperienza intensa che influisce sui ragazzi profondamente, arricchendoli perché consente loro di vivere qualcosa di unico ed emotivamente così intenso da essere indimenticabile. Ed è il calcio che ci offre questa possibilità, grazie a questo torneo pensato proprio per coloro che non riescono più a sognare e che invece sono chiamati a rappresentare la loro nazione e a sentirsi forse per la prima volta appartenenti a qualcosa di importante e ad essere protagonisti e vincitori. Proprio per la valenza profondamente educativa dell’esperienza l’equipe dell’unità operativa di Riabilitazione ha scelto di partecipare sia con i giocatori che con operatori, che seguono i ragazzi e li aiutano ad elaborare in modo positivo il senso delle cose che vivono”.

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