23-08-2014 ore 17:06 | Sport - Motori
di Mauro Taino

Formula 1. Dopo gli interrogativi di Budapest, il Mondiale riparte da Spa. Prosegue il dualismo in casa Mercedes

Mentre Nico Rosberg andava a caccia della pizza migliore di Napoli, la Formula Uno non si è fermata in queste tre settimane di sosta. La gara di Budapest ha lasciato diversi interrogativi in sospeso che, probabilmente, saranno sciolti nel prossimo appuntamento a Spa in Belgio, oltre alle bordate che la Ferrari sta ricevendo dai suoi ex dipendenti.

 

Dubbi sull’efficacia delle strategie

Se da un lato non sono testimoni attendibili causa brusco licenziamento, dall’altro Aldo Costa (ex direttore tecnico, oggi alla Mercedes che domina, e Luca Marmorini (ex responsabile motori) sollevano dubbi importanti sull’efficacia delle strategie adottate a Maranello. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, che qualcosa non vada è evidente. Ma cosa? Costa e Marmorini puntano il dito sul designer greco Nikolas Tombazis, ma non solo. Il primo ritiene di aver pagato il fatto di aver “limitato l’estro di Tombazis”, mentre il motorista (in un’intervista esclusiva a Leo Turrini) giustifica le scelte di una Power Unit piccola e poco potente dicendo: “Così mi è stato chiesto dal greco che contava di compensare la mancanza di potenza grazie all’aerodinamica”. Cosa che non è avvenuta.

 

Il ‘grande colpevole’

In ogni caso, che Tombazis sia effettivamente o meno “il grande colpevole”, resta il fatto che nelle segrete stanze del Reparto Corse bisogna cambiare qualcosa. Secondo Marmorini il problema è chiaro: “Segnalo però che la Ferrari ha preso una strada che prevede di affidare il reparto corse a persone inesperte, le quali persone inesperte si avvalgono di consiglieri che finora nulla hanno dimostrato e che però godono di una fiducia incondizionata. Chi sono i consiglieri di cui sopra? Pat Fry e James Allison”. Anche perché, sempre per il motorista toscano, “la Ferrari rischia di danneggiare anche lo zoccolo duro sul quale in passato ha costruito tanti successi”. Normale, quindi, che ci sia apprensione anche per la vettura 2015. Un’apprensione che non può essere scacciata dall’anomala gara ungherese in cui Fernando Alonso ha fatto i salti mortali.

 

Nico Rosberg (foto © www.pickngoal.it)

Dualismo Mercedes

Intanto a Stoccarda iniziano ad avere problemi d’altro genere. Con l’ultimo stint di campionato alle porte, le gestione Rosberg – Hamilton comincia a farsi delicata, tanto che Toto Wolff (il boss) non esclude più gli ordini di scuderia. Il vantaggio nei confronti della concorrenza è talmente ampio che alla Mercedes aspettano solo di sapere quando e chi vincerà il titolo. Rosberg è in testa alla classifica, però il compagno di box gli ha appena rifilato un gancio coi controfiocchi in Ungheria. Il tedesco, partito dalla pole, è arrivato quarto, subito dietro a Lewis che, però, scattava dalla corsia box a fondo gruppo. Il tutto condito da isterismi vari (Rosberg: “Gli avete dato il messaggio (di farmi passare, ndr)?” e “Mi ha seccato la manovra di Lewis nel finale: mi ha spinto fuori”, Hamilton: “Non ci ho nemmeno pensato: se voleva passare doveva farlo in pista”) che per ora non hanno ancora portato ad una collisione.

 

La regolarità di Rosberg

Rosberg ha dalla sua una regolarità invidiabile e il fattore c dato che può contare un ritiro (Inghilterra) e un guaio (Canada, ma è giunto secondo con Hamilton ko per lo stesso problema ai freni). Hamilton, bersagliato dalla sfortuna, è comunque ad una manciata di punti dal compagno e ha dimostrato di essere di un altro livello, anche se un po’ più incline all’errore. La sensazione, comunque, è che tutto si deciderà all’ultima gara in virtù del punteggio doppio.

 

Vettel in crisi

Alla Red Bull, invece, coccolano il baby prodigio Daniel Ricciardo e si interrogano sulla crisi del campione del mondo Sebastian Vettel surclassato dal compagno di squadra. Il mondo delle “lattine” è spietato, la corsa al volante della squadra satellite Toro Rosso è senza esclusioni di colpi, anche perché – Ricciardo docet – può arrivare da un momento all’altro la chiamata della Sorella Maggiore. Succede così che Hekmut Marko (l’uomo di fiducia nelle corse del patron Mateschitz) dà ufficialmente il via al mercato piloti in ottica 2015 scaricando Jean-Eric Vergne a favore del figlio d’arte Max Verstappen.

 

Il valzer dei motori

Al momento questo è l’unico movimento ufficiale, mentre la Williams, mattoncino dopo mattoncino sta rivivendo un’annata come non accadeva dai tempi del BMW, sebbene si dimostri ancora carente nelle strategie di gara. La Lotus paga il motore Renault e una macchina completamente sbagliata (ma arriveranno i motori Mercedes il prossimo anno), mentre la McLaren ha puntato tutte le fiches sulla stagione che verrà, quando riabbraccerà la Honda.

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