15-08-2016 ore 12:27 | Sport - Podismo
di Andrea Galvani

Sacrificio e passione. Luca Morstabilini e Matteo Dall’Oca alla 100 Miglia di Berlino

Mentre a Rio de Janeiro si disputano le Olimpiadi, in Germania oltre 1300 persone hanno partecipato alla 100 Miglia di Berlino; la presenza di atleti del nostro territorio ci offre l’opportunità di raccontare una splendida pagina di sport, storia e umanità. La gara ricorda il tempo in cui la città era divisa in due dal muro e celebra la gioia per la sua caduta. L’edizione di quest’anno è dedicata a Karl-Heinz Kube, ferito a morte il 16 dicembre del 1966, a 17 anni, mentre cercava di scappare dalla Repubblica federale alla Germania ovest. Secondo la Fondazione Muro di Berlino, tra il 1961 ed il 1989 sono state uccise almeno 138 persone, 100 delle quali tedeschi orientali. La manifestazione è un modo per ricordarli ed onorarli e per riflettere sulle molteplici barriere - fisiche e mentali - che ancora separano le persone dell’Europa e del mondo. Quest’anno la vittoria è andata all’israeliano Arien Rozenfeld, che ha concluso il percorso in 15 ore, 20 minuti e 48 secondi.

 

Sacrificio e passione

Ogni ultra maratona è frutto di un lungo percorso, costruito sulla passione, la costanza e il sacrificio. Per poter partecipare ad una simile sfida è necessario avere una profonda conoscenza del proprio corpo, grande onestà e una predisposizione alla fatica da allenare con cura. Un atleta cremasco, è riuscito a portare a termine questa grande avventura vincendo la sfida con se stesso e tagliando il traguardo dopo aver percorso le 100 Miles di Berlino – per l’esattezza 161.76 chilometri - in poco più di 28 ore. L’impresa è riuscita a Matteo Dall’Oca (foto sopra), del Gruppo podisti di Ombriano e funzionario di polizia del commissariato cittadino.

 

Primo italiano, quinto assoluto

Strepitoso il risultato di Luca Morstabilini del Soresina running club, risultato quinto assoluto, primo di categoria e primo italiano con un tempo di 17 ore. Sul profilo facebook del gruppo – oltre al rammarico per Federico Borlenghi,in testa alla gara fino al km 120” - si ricorda che l’impresa di Luca è “tutto frutto del suo impegno e passione, senza alcun tipo di aiuto, senza nessun preparatore o esperto in medicina dello sport. Anche dal punto di vista economico è solo, le trasferte sono tutte e carico suo, senza alcun sponsor, insomma pura passione”. Esempi che onorano lo sport e la nostra terra.

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