29-07-2017 ore 19:20 | Cultura - Teatro
di Paola Adenti

Successo per la diciassettesima edizione di Odissea, il festival della Valle dell’Oglio

“Che la meraviglia vi perseguiti!”. È con questo augurio regalato al foltissimo pubblico dell’arena di Orzinuovi dal duo Lannutti & Corbo lo scorso 23 luglio, che si è conclusa l’avventura della 17ª edizione di Odissea – Festival della Valle dell’Oglio. Un mese fitto di eventi che hanno costeggiato il fiume e i paesi che bagna attraverso le province di Cremona, Brescia, Bergamo, Mantova. Diciassette serate di eventi, diversi per tipologie e scelti con cura anche in base alle suggestive location naturali che li hanno ospitati nei Comuni che hanno aderito al Festival ovvero Orzinuovi, Comune capofila, Chiari, Palazzolo, Verolavecchia, Roccafranca, Rudiano, San Paolo, Pumenengo, Torre Pallavicina, Palosco, nuovo ingresso di questa edizione, Pessina Cremonese, Calvatone, San Martino dall'Argine.

Acqua, parchi e torri

Introdotto il 23 giugno da una “vaganza” notturna lungo e dentro il fiume che come ogni anno ha registrato il tutto esaurito, Odissea ha potuto contare anche sulla collaborazione del Parco Oglio Nord e del Parco Oglio Sud. Caratteristica e uno dei punti di forza del Festival sono i luoghi scelti per gli eventi che stupiscono il pubblico per la bellezza o per essere sconosciuti e dietro l’angolo al tempo stesso. Applauditi il tango ai piedi della Torre Civica di Verolavecchia, la leggenda di San Cristoforo nella chiesa di Pessina Cremonese, il concerto per voce e violoncello a Roccafranca, la pedalata ecologica di Daniele Ronco con il suo monologo eco sostenibile a Calvatone e nella bucolica cornice del parco di Villa Küpfer a Palazzolo.

 

Gente e luoghi

Gremito era il Parco Marinai di Palosco per il ritual de fuego di un gruppo di artisti provenienti dal Messico, così come i giardini di Palazzo Fenaroli, a Rudiano, per il poetico circo russo di Nando e Maila in scena con la figlia, incredibile acrobata di soli 10 anni. Apprezzati anche la radura intorno al laghetto di Scarpizzolo che ha ospitato un singolare concerto, il chiostro della biblioteca di Chiari e la Chiesa Castello di San Martino con un ricordo di Alda Merini, la Torre di Tristano Sforza all’interno del parco di Palazzo Barbò a Torre Pallavicina con uno studio in scena su corpo e casa, il Santuario della Madonna della Rotonda e la biblioteca nel Castello Barbò di Pumenengo con otto voci al femminile e la prima del toccante spettacolo di e con Enzo G. Cecchi, il parco del Tinazzo con il concerto per chitarra Fly Away e l’arena di Orzinuovi con una performance di circo cabaret. All’ideazione del Festival e alla direzione artistica Gian Marco Zappalaglio ed Enzo G. Cecchi (nell'immagine a lato) della Compagnia Teatrale Piccolo Parallelo, incontrati a sipario calato.

 

Un’edizione conclusa con successo?

Direi una delle edizioni migliori, sia in termini di gradimento degli spettacoli che di affluenza di pubblico. Abbiamo acquisito tanti, tanti nuovi spettatori che ci hanno poi fedelmente seguito in questa Odissea lungo le acque e le terre.

Vi potete dichiarare quindi soddisfatti.

Molto. E' sempre emozionante vedere il pubblico che dopo lo spettacolo attende di incontrare gli artisti o si ferma all'info point per ringraziarci per la scelta artistica della serata. Nonostante i diciassette anni e la quasi maggiore età rimane ancora lo stupore e l'emozione del rapporto che siamo riusciti a creare con il nostro pubblico.

Soddisfatte anche le amministrazioni comunali coinvolte?

Sì. Quest'anno per la prima volta si è unito ad Odissea il comune di Palosco, in provincia di Bergamo. Devo dire che il "battesimo" è stato straordinario. E' stata una delle serate che ha avuto più pubblico, circa 400 persone, e un Comune, pur non essendo il solo metro di giudizio, misura la sua adesione anche in base al pubblico. La disponibilità delle amministrazioni è sempre molto grande e negli anni si è instaurato un metodo di lavoro che infonde fiducia. Questa è una delle componenti che fa di Odissea un progetto comune condiviso e non solo un “rosario” di spettacoli di alta qualità.

Qual è stata la tipologia media degli spettatori di questa edizione?

L’affluenza totale è stata pari a circa 5.000 persone con presenze record a Palosco e nella serata di chiusura ad Orzinuovi. Vi è un gruppo costituito da spettatori affezionati che ci seguono dalle stagioni teatrali curate per anni a Romanengo o dalla prima edizione di Odissea. Gente che apprezza la qualità delle scelte, la varietà delle proposte o è affascinata dai luoghi selezionati, spesso palcoscenici naturali e selvaggi. L’età è varia, molti sono i giovani, dai 25 anni in poi, e moltissime le persone fra i 40 e i 60 anni. L’età massima arriva tranquillamente agli 80 anni. In questa edizione abbiamo conquistato nuovo pubblico proveniente anche dal territorio milanese e lodigiano.

Le novità introdotte sono state apprezzate?

Sì, si è trattato per esempio dell'inserimento nel programma di alcune serate musicali. Nelle prime edizioni la musica era sempre molto presente poi le condizioni economiche non ci hanno più permesso questo tipo di proposte. Ci abbiamo riprovato perché è nella storia del Festival. 

Si va verso la XXª edizione....

Piano. Ora andiamo verso la diciottesima edizione. Ci siamo dati l'obiettivo "estremo" dei venti anni e per una manifestazione del genere, legata alle incognite economiche e politiche, 20 anni sono tantissimi e... faticosissimi, ma assolutamente straordinari!

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