29-07-2016 ore 21:28 | Cultura - Musica
di Ilario Grazioso

Crema. Il rap cremasco del giovanissimo Core spopola su YouTube

Quasi diecimila visualizzazioni su YouTube per sixteen ma Core, all’anagrafe Giorgio Borghetti, 16 anni, al secondo anno del corso tecnico grafico dello Sraffa, non perde l’aplomb quasi inglese che lo contraddistingue. Eppure il suo rap piace ed ha già alle spalle alcune esibizioni in diversi locali, al Traffic Club di Roma e a Milano, oltre all’album prodotto dalla bergamasca Retraz, dal titolo MalEssere Umano. Ha giocato un po’ con la traduzione inglese del termine nucleo, Giorgio, quando ha deciso il nome d’arte Core, associabile all’anima di una persona. Avvicinatosi al rap da circa due anni, “prima quasi non ascoltavo nulla racconta”, Core poi ne ha apprezzato forma, linguaggio diretto, senza mezzi termini, espressività.

 

Un lavoro di squadra

Core non suona, ma scrive i testi e canta, affidandosi ad altri per musica e video: “Non sono solo io a lavorare, ma siamo un team di persone”. Dice di non avere un artista riferimento, spaziando dal rap italiano, a quello americano o francese. In Italia Vegas Jones e Marracash per fare qualche nome, ed in particolare del primo recentemente ha aperto qualche concerto. “In questi anni il rap è cresciuto molto, eppure è ancora considerato di nicchia, anche se ormai è stato da anni sdoganato. Ecco perché ogni volta che si coinvolge il rap in qualche cosa fa piacere, come nel caso dell’iniziativa di sabato scorso a CremArena” osserva Core.
 


Raccontare la quotidianità dei sedicenni
Dicevamo del successo di sixteen, il cui video girato a Milano, per la regia del giovanissimo Mattia Biancardi e la produzione di Retraz è online da poco più di un mese. “Sono molto contento che sia piaciuto, è un punto di inizio e un piccolo traguardo. Sixteen – racconta Core – porta ai 16 anni che è la mia età, ma può riguardare tutti coloro che vivono la fase adolescenziale. Lo storytelling racconta una giornata tipo di chi va a scuola e nel ritornello riassumo un po’ tutto quello che passa per la testa, vuol dire tutto e niente, parlo di chi si sveglia tardi, chi vuol già avere tutto, chi vuole scoprire il mondo”.
 

 

Ragazzi nel mondo dei grandi
Prestando attenzione al testo, colpiscono altre espressioni: “Siamo fatti così e nessuno ci cambia/ragazzi nel mondo dei grandi/soddisfatti ma mai contenti/a 16 anni non so come gestirmi”, un racconto che vuole fotografare la quotidianità degli adolescenti. E poi, c’è il curioso riferimento alla scuola, nella parte in cui Core scrive “stanchi di ricevere note disciplinare perché segnano parole di canzoni sui diari”, ma qui Giorgio sorride: “Personalmente non mi è capitato, ma è una cosa molto comune tra i ragazzi”.

 

Ispirazione e sostegno della famiglia

“Non leggo tanto, quando posso non ho preferenze, perché tutto aiuta a scrivere, anche film, o semplicemente uscire, tutto più diventare uno spunto e dare ispirazione, anche la scuola, che per adesso è la cosa più importante, perché per ora la musica è un hobby, poi si vedrà se potrà diventare un lavoro”, dice Core, che sottolinea il supporto della sua famiglia.

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