29-01-2017 ore 20:00 | Cultura - Musica
di Andrea Baruffi

Crema, coro della Bat. La Brigata alpina Tridentina e l’attore Mindo ricordano la ritirata di Russia e l’alpino cremasco Aresi

“Sulla guerra può vincere solo una cosa. La vita, la voglia di vincere contro tutto e contro tutti”. Nelle parole dall’attore Davide Mindo il significato della serata organizzata dal gruppo alpini Ana di Crema per commemorare la ritirata di Russia e ricordare l’alpino cremasco Antonio Aresi. Nella chiesa di san Bernardino, auditorium Manenti protagonista è stato il coro della Brigata alpina Tridentina in congedo composto nell’occasione da 25 elementi e diretto da Roberto Micheletti.

 

Storia armoniosa tra canti e ricordi

Un momento per fare memoria della “battaglia di Nikolaevka, combattuta il 26 gennaio 1943. Una delle pagine più dure e cruenti che ha coinvolto gli alpini e l’esercito italiano”. Queste l’intervento introduttivo del capogruppo Ana Crema Fabio Samanni. Sotto forma di storia armoniosa, i canti tipici della tradizione hanno toccato le corde dell’emozione e sono risuonati come un appello per non dimenticare gli orrori che qualsiasi guerra porta con sé. A chiudere l’esibizione le note di Schindler's List eseguite dal violinista Cristiano Basso Ricci (nell'immagine). L’attore Mindo ha ripercorso, con una libera interpretazione leggera, soave e a tratti straziante, i sentimenti e le sensazioni del giovane ventenne cremasco Antonio Aresi. Arrivato in Russia nel 1942, è sopravvissuto alla ritirata, imprigionato e dopo varie vicissitudini alla fine del 1945 rientrato in Italia.


Memoria e solidarietà

“Il corpo degli alpini esiste da 144 anni. Indistintamente dal luogo nel quale hanno combattuto – hanno spiegato alcuni componenti del coro – una costante li ha sempre contraddistinti: rispondono ai colori della bandiera italiana e del loro cappello”. Secondo il coro della Brigata alpina Tridentina la responsabilità non è quella di “citare le guerre e le battaglie ma ricordare i veci, i vecchi che sono morti per aiutare i vivi”. E aiutare i vivi significa dare un futuro ai bambini di tutto il mondo con l’aiuto e il sostegno a cinque associazioni. Le suore di Santa Teresa d’Avila accolgono in Brasile i bambini abbandonati. La Cooperativa sole risponde alle esigenze dei più piccoli affetti da encefalopatie complesse e disturbi dello spettro autistico. L’operazione Mato Grosso offre ai giovani poveri esperienze formative e di lavoro. L’associazione genitori ed utenti Audiovestibologia ha come finalità l’assistenza di soggetti audiolesi. Il villaggio della gioia di padre Fulgenzio dona agli orfani della Tanzania la possibilità di crescere senza sradicarli dalla propria cultura. Il ricavato delle offerte raccolte durante la serata è stato destinato al sostegno di queste iniziative benefiche.

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