28-07-2016 ore 13:36 | Cultura - Teatro
di Paola Adenti

Grande successo per Odissea, Festival itinerante lungo la Valle dell’Oglio

È un’Odissea che dura con successo da sedici anni. Anni di ricerca, cuore, teatro, musica, spettacoli, acqua di fiume, anse e canali, cascinali, piazze e torri con centinaia e centinaia di persone a far da pubblico. Anche la sedicesima edizione del Festival organizzato da Piccolo Parallelo Cecchi – Zappalaglio ha riscosso un notevole successo di pubblico e di riscontri mediatici. Orzinuovi, Chiari, Palazzolo sull'Oglio, Rudiano, Roccafranca, Verolavecchia, Borgo San Giacomo, San Paolo, Pumenengo e Torre Pallavicina i Comuni coinvolti, oltre al Parco Oglio Nord, al Parco Oglio Sud con i Comuni di Ostiano, Commessaggio, San Martino dall'Argine. La Regione Lombardia e ben quattro Province (Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova) a concedere il patrocinio.

 

Il tema del festival

La vita ti sfida, sfida la vita è una sorta di frase guida che ha condotto le scelte degli spettacoli racchiusi nel Festival fra personaggi, imprese, gesti, azioni del presente e del passato. Dopo la tradizionale camminata notturna lungo il fiume e a numero chiuso proposta in apertura di rassegna il 18 giugno, dal 24 giugno al 24 luglio, gli eventi si sono susseguiti a ritmo serrato attraverso territori più o meno conosciuti accanto all’Oglio. L’esordio a Verolavecchia con uno spettacolo in verticale sulla torre del gruppo Eventi Verticali, ha fatto registrare oltre 800 presenze mentre la chiusura, ad Orzinuovi con il concerto della Barbarian Pipe Band, oltre 400. Gli altri spettacoli, tutti gratuiti, hanno mantenuto una media di 150 spettatori a serata. Ad Odissea conclusa Marco Zappalaglio, che condivide la direzione artistica con Enzo Giuseppe Cecchi, ha espresso alcune riflessioni finali.

Novità e punti di forza

“Una new entry nel gruppo dei Comuni è in realtà stato un gradito ritorno. Si tratta di Borgo san Giacomo che ha offerto una location veramente suggestiva per ospitare lo spettacolo Caravaggio... i furori, ovvero il cimitero pre napoleonico in centro al paese (nell'immagine sopra). Ho rilevato che le “particolarità” hanno avuto gran successo a livello di spettatori: lo spettacolo sulla torre, i Barbarian con i loro costumi medievali, i piercing, i tatuaggi, il loro aspetto punk unito alla musica delle pive e delle percussioni, la performance delle Jellyfish, gruppo tutto al femminile, le meditazioni in musica al suono delle campane di cristallo di rocca. Il Festival ha mantenuto inoltre la caratteristica tanto apprezzata di scegliere location molto suggestive e particolari per allestire gli spettacoli.

 

Un punto critico? E la tipologia di pubblico?

“Senza dubbio sono da rivedere gli orari per gli spettacoli e i laboratori domenicali riservati ai bambini”. “È un pubblico affezionato che ci segue dagli anni delle rassegne teatrali a Romanengo al quale si sono unite tante nuove presenze. Le età sono molto trasversali. Sono spettatori colti, curiosi, pronti a farsi stupire e che sanno di poter assistere a spettacoli di qualità collocati in luoghi unici. La nostra mailing list conta ad oggi più di mille iscritti”.

 

Come scegliete gli artisti?

“Circuitando. Assistendo a spettacoli. Conoscendo i percorsi artistici e i linguaggi espressivi degli attori, delle compagnie. I luoghi fluviali del Festival spingono inoltre verso scelte ben precise”.

 

Quando parte la programmazione del Festival?

“Odissea è una macchina complessa che parte dal giorno seguente la chiusura della precedente edizione. Cerchiamo sempre di salvaguardare la qualità mantenendo la fruizione gratuita da parte del pubblico. Tutto questo è molto difficile viste le ristrettezze economiche. Niente grandi nomi, ma spettacoli validi, originali e spazio alla giovane drammaturgia. È un lavoro fatto di step: in autunno ci si ritrova con i rappresentanti dei Comuni che hanno aderito, si rivedono le scelte, si discute. Un altro incontro si tiene all’inizio di ogni nuovo anno e a marzo presentiamo le linee programmatiche in cui si leggono le proposte. Ad aprile si chiude la programmazione”.

 

Condivisione è la parola d'ordine, ma il tuo sogno qual è?

“Esatto. Odissea è un progetto condiviso tra noi, propositori, e i Comuni che spesso ci segnalano anche luoghi da valorizzare e far conoscere. Vorrei essere un ricco mecenate per offrire spazi, case, proprietà agli artisti che più amo. Mostrare spettacoli, far conoscere nuove realtà teatrali fra nuovi e vecchi incontri”.

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