25-01-2015 ore 17:54 | Cultura - Musica
di Andrea Galvani

Crema. San Domenico gremito per la riproposizione del disco dei Beatles che ha trasformato la storia della musica

Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band, l'ottavo album della discografia ufficiale dei Beatles, è il disco che ha radicalmente trasformato il modo d'intendere la musica nel suo complesso, non solo il pop. Uscito il 1º giugno del 1967, a venti giorni dall'inizio della Summer of love, l'estate dell'amore, ha letteralmente disintegrato gli angusti spazi degli studi d'incisione e spalancato le porte della percezione all'universo.

 

Concept album

Decisi a concludere il percorso live dopo la terribile esperienza indonesiana ed ormai stanchi di essere sballottati per il mondo tra masse urlanti, che rendevano impossibile ascoltarsi persino sul palco, il talento dei fab four s'è intrecciato alle capacità tecniche offerte dalla Emi. Da questa 'fusione', da 700 ore di sperimentazione e lavoro, per la maggior parte compiuto di notte, è nato un concept album di 39 minuti, un concentrato di quanto di meglio potessero offrire le letterature e le filosofie orientali ed occidentali.

 

Nicola Cazzalini in platea (foto © Stefanino Benni)

Oltre 32 milione di copie vendute

Pietra miliare dell'arte musicale, ha venduto più di 32 milioni di copie e stregato intere generazioni in ogni parte del mondo; a 48 anni di distanza non ha perso il proprio fascino e la propria modernità, al punto da ispirare alcuni artisti cremaschi che, complice il Lions Club Gerundo, hanno dato vita ad uno spettacolo molto piacevole. Andato in scena al teatro San Domenico davanti ad oltre 200 persone, verrà sicuramente replicato e con ogni probabilità 'esportato' in altri territori.

 

Filippo Guerini (foto © Stefanino Benni)

Soluzioni innovative

Molto gustose la narrazione e le scenografie essenziali ma efficaci di Nicola Cazzalini, nei panni del 'quinto beatles' George Martin. Altrettanto interessanti le soluzioni tecniche adottate dai musicisti, in particolare da Filippo Guerini, per non dover ricorrere a basi pre-registrate, ma suonando tutto in diretta, anche le orchestrazioni più complesse e ricercate, carattistiche che hanno reso 'immortale' il disco. Particolarmente apprezzate dal pubblico, oltre alla travolgente title track, le melodie di She's leaving home ed il fascino orientaleggiante di Within you without you.

 

Roberto Conti (foto © Stefanino Benni)

Valori universali

Molto applaudite le performance di Giancarlo Dossena e Paolo Cella, Roberto Conti e Gianfranco Zibetti. Sapiente la regia, che ha ritagliato spazio adeguato a ciascuno degli artisti in scena, che hanno così potuto fornire il proprio prezioso contributo puntando sui reciproci punti di forza. Da non trascurare il lavoro al banco mixer di Mattia Manzoni ed il supporto logistico e tecnico del teatro San Domenico. La speranza è che chi non ha avuto la possibilità di assistere al debutto dello spettacolo A summer in the life possa rifarsi a breve. I messaggi ed i valori contenuti nel disco meriterebbero una nutrita serie di riproposizioni.

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