23-11-2014 ore 23:50 | Cultura - Teatro
di Paola Adenti

"La vita è un viaggio": dialogo fra generazioni. Debutto teatrale per Beppe Severgnini al "Bellini" di Casalbuttano

"Editorialista del Corriere della Sera, opinion writer per The New York Times, tanti viaggi, 15 libri, un po' di tv". Così recita il profilo ufficiale di Facebook digitando il nome di Beppe Severgnini, ma da novembre 2014 si potrebbe tranquillamente aggiungere la voce attore e tra le frequentazioni il teatro. Dopo la data zero a Vignola e la prima a Genova, sabato 22 novembre il Teatro Comunale "Vincenzo Bellini" di Casalbuttano ha ospitato lo spettacolo "La vita è un viaggio", liberamente ispirato al libro che porta lo stesso titolo e a "Italiani di domani", scritti da Severgnini per la casa editrice Rizzoli. Un teatro da tutto esaurito, con lista d'attesa alla cassa e posti a sedere aggiunti all'ultimo minuto per accontentare tutto il pubblico, ha accolto con calore il protagonista indiscusso della serata. Volti di amici e parenti fra la platea per lo scrittore di origine cremasca.

 

Lisbona, Brasile, Boston

In scena accanto a lui la frizzante Marta Isabella Rizi, giovane attrice romana della compagnia teatrale Flying Cloud, formatasi all'accademia East15 di Londra. Con loro sul palco la presenza discreta della voce pulita e delle note alla chitarra di Elisabetta Spada, Kiss & Drive, che ha composto le musiche originali dello spettacolo diretto dal regista Francesco Brandi. Tre i luoghi ai quali si fa cenno e uno il luogo non-luogo, un aeroporto, dove è ambientata la trama che di sequenza in sequenza, di scena in scena trascina lo spettatore in contesti noti resi con molta ironia. Ironia, sorella laica della misericordia. Ritmo veloce, incalzante, grinta, verve, tono colloquiale e spunti fra due secoli su cui riflettere.

 

L'uomo dai capelli metallizzati

Un incontro casuale tra il cinquantenne Beppe e la ventottenne Marta, bloccati in un aeroporto per un'intera notte, permette un confronto fra generazioni attraverso dialoghi, citazioni musicali, cantautorali, letterarie, filmografiche. Un aeroporto che in fondo è un grande palcoscenico. Perfettamente calato nell'attualità, lo spettacolo prevede letture in scena tramite I-Pad, uso di cellulari, riferimenti estemporanei come gli auguri per il trentesimo compleanno all'attrice statunitense Scarlett Johansson, riferimenti a Master Chef passando per Celine e Ivano Fossati. La naturale capacità affabulatoria di Beppe Severgnini conquista da subito il pubblico, la sua ironia suscita spesso episodi di ilarità condivisa. L'uomo dai capelli metallizzati non vuole però essere scontato nei confronti della giovane, paternalistico, solo paterno in un'epoca in cui "i padri sono distratti, inaffidabili, in libera uscita" o, a detta dell'attore, "disertori con le migliori intenzioni".

 

Beppe Severgnini in scena (foto © Cremaonline.it)

 

Un signore loquace

Una scarna ed efficace scenografia fortemente contestualizza l'ambientazione: sedili da sala d'attesa, trolley, effetti personali ed un grande aeroplano modello cartaceo a sovrastare umori, ansie, timori. Tanti i temi che emergono fra domande sul privato che si incrociano con riflessioni di più ampio respiro sulla vita. Il signore loquace e la ragazza che si sente apolide emotiva parlano del coraggio di cambiare, di passioni e desideri, di anni complicati da vivere, di aperitivizzazione della vita di una generazione in città narcotiche, di resilienza. Si affrontano le quattro T: talento, tenacia, tempismo, tolleranza. Marta ascolta, provoca, interviene, incalza, forte e fragile al tempo stesso.

 

Crema sul palco

Anche Crema, come spesso negli scritti e negli interventi di Severgnini, entra in scena a far da sfondo alle ambientazioni evocate. Ci sono i riferimenti alla famiglia, c'è mamma Carla che vede il figlio partire, c'è l'asilo Montessori di via Bottesini, c'è una generazione che ha vissuto gli anni '70 in provincia con la 127 color nocciola e l'autoradio estraibile. Tra il pubblico, chi li ha vissuti sorride, chi non c'era sorride per le immagini richiamate. Tra finzione ed autobiografia c'è anche Antonio, il figlio, virtualmente sul palco nella toccante riflessione sul rapporto padri e figli. Vent'anni e un tatuaggio Maori, un lungo viaggio insieme negli Stati Uniti, radici e ali che i padri devono saper regalare ai figli. I giovani vanno messi in guardia dalla "provincia", non devono scambiare il porto con il mare". La notte passa e all'alba di un nuovo giorno orizzonti e destinazioni a sorpresa si aprono per Beppe e Marta. La prossima tappa del tour vede gli attori in scena a Torino il 2 dicembre per proseguire con altre 14 date ed approdare il 20 e 21 marzo al "Franco Parenti" di Milano.

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