20-12-2014 ore 11:52 | Cultura - Musica
di Andrea Galvani

Crema. Ovazione per Kohl, Di Cioccio, Fabbri e Bonfanti. Grande musica al San Domenico con la tribù dei piedi lenti

“Tranquilli, i ragazzi stanno bene”. Ha decisamente ragione Franz Di Cioccio, randagio in bianco su sfondo nero, icona della musica italiana, in gran forma sul palco del San Domenico, mentre presenta “le canzoni natalizie” che ha preparato insieme ai suoi amici: Reinhold Kohl, Paolo Bonfanti e Lucio Fabbri. Ad accogliere gli Slowfeet, l'accenno alla lentezza non inganni, un teatro esaurito in ogni ordine di posto.

 

Al servizio del Blues

Il Gran concerto di Natale offerto dall'associazione ex-dipendenti e dal Cral della Banca popolare di Crema, col patrocinio del Comune ed il “concreto sostegno” dell'Associazione popolare Crema per il territorio, consente alla città di assistere gratuitamente ad uno strepitoso spettacolo di quattro amici al servizio del Blues, rigorosamente in maiuscolo.

 

San Domenico, la platea (foto © Nuova Immagine)

Animali e pietre rotolanti

Giusto un paio di pezzi “per scaldare gli artigli” ed 'accordare il pubblico', prima di snocciolare un repertorio basato su grandi classici: animali e pietre rotolanti, scarafaggi, creme e menestrelli. Gli arrangiamenti sono ricercati e anche se non mancano passaggi di assoluta coincidenza, i brani degli Slowfeet sono decisamente diversi dagli originali. È sempre Di Cioccio a spiegarne il motivo: “Noi non siamo una tribute band, ma una contribute band”.

 

La tribù dei piedi lenti

I 'favolosi quattro' (perdoneranno l'accostamento) hanno classe da vendere, la platea apprezza e si entusiasma. Bonfanti è ispiratissimo e continuamente spronato ad alzare il ritmo dai colleghi. Kohl è a proprio agio col basso e Di Cioccio, tra una presentazione e l'altra, riesce a far cantare la batteria. Il violino del maestro Fabbri - prima di una sessione alla chitarra, un'opera d'arte, una Rickenbacker rossa fiammante - si trasforma a seconda del bisogno e delle circostanze; offre armonie sognanti, flauti, oboe o clarinetti, poi lascia spazio a travolgenti assoli elettrici, impreziositi dal sapientissimo utilizzo degli effetti, tra i quali spicca lo wah-wah.

 

Lucio Fabbri (foto © Nuova Immagine)

Il lungo viaggio della musica

I minuti passano velocemente, mentre gli Slowfeet spaziano dai Beatles al Blues, in viaggio dagli States ai porti d'Europa, a Manchester, Liverpool, trasformandosi in British rock. Un'avventura che attraverso gli Animals ed i Cream, i Procol Harum e Dylan, Hendrix, gli Who, la “signora libertà, signorina anarchia”, arriva a Fabrizio De Andrè ed al progressive italiano della Premiata Forneria Marconi, da Storia di un minuto, con una strabiliante versione di Dove...Quando. Le citazioni sono coltissime, con crescendo di tecnica e qualità sopraffini che lasciano stupefatti. “Tranquilli, i ragazzi stanno bene” e soprattutto si divertono come pazzi. Grande serata, chiusa dai bis e dall'ovazione della platea. Nella serata dell'amore per la musica non manca un accenno al reggae ed un messaggio universale: get up stand up, stand up for your rights. Davvero un bel modo di avvicinarsi al Natale, complimenti ai musicisti e agli organizzatori.

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