16-10-2017 ore 11:18 | Cultura - Musica
di Nino Antonaccio

Progressive. Banco del Mutuo Soccorso, un live travolgente a Magenta insieme ai CAP

Non è una cosa nuova per gli appassionati del genere, anche per i tanti neofiti. Il Progressive italiano sta conoscendo da una decina di anni un riscontro notevole, che non è solo recupero bensì organizzazione di eventi e tournée, con nuovi strumentisti che si affiancano alle star facendo ritornare il sound alla sua potenza originaria, con qualche variante eterodossa figlia dei tempi attuali (e su questo i filologi potrebbe storcere il naso, ma è il prezzo da pagare per rivedere sul palco band che si credevano disperse). E allora ecco anche nuovi materiali editoriali che riportano in auge, con dispendio di colori e formati adeguati alla bisogna, tutto questo mondo. Come la rivista bimestrale PROG, condotta dall’instancabile Guido Bellachioma che sta contribuendo al rilancio, anche promuovendo rassegne sparse sul territorio nazionale.

 

Radio alternative e teatri

Guido ha contribuito, tra l’altro, all’iniziativa della De Agostini, Prog Rock Italiano, collana di decine di ristampe su vinile dei dischi fondamentali dello stile, partendo da Storia di un minuto della PFM. Si sta parlando di lavori della fine degli anni ‘60 e soprattutto dei primi anni ‘70, che hanno riempito le radio alternative e i teatri del nostro paese, le pareti di poster, i giradischi a cinghia, riempito scaffali. E che contengono ancora molta energia, a giudicare dal richiamo odierno dei concerti delle band dai nomi compositi. Il Banco del Mutuo Soccorso è tra queste, una delle migliori formazioni di Progressive italiane che ebbero anche il merito di esportare fuori confine il verbo (live e dischi) con riconoscimenti niente male, soprattutto in termini di pubblico.

 

L’epica progressiva al Lirico di Magenta

A Magenta, sabato scorso, in un teatro Lirico zeppo di giovani e meno giovani fans, la band capitanata dall’indomito Vittorio Nocenzi (l’unico elemento della band originaria) ha snocciolato alcune perle tratte dal loro solidissimo repertorio, riportando ai presenti qualche traccia di epica progressiva, quel senso di crescendo compositivo che caratterizza questo genere di esperienza musicale. Vittorio ha mani salde, mai stanche di volare sui tasti, con gli occhi vigili che controllano e indirizzano gli strumentisti. Ci vuole uno così, altrimenti il sound non è nitido come lo conosciamo. Qui nessuna confusione, e anche le improvvisazioni sono controllate, limitate, tutto torna sulla strada maestra, quella che ci presenta Metamorfosi, Cento mani, La conquista della posizione eretta, Canto nomade per un prigioniero politico, Traccia come le conosciamo (non dico da quanti anni…). Francesco Di Giacomo era lui e solo lui, quindi ad ogni concerto (ne vidi uno a marzo a Brescia, quindi so di cosa parlo) tra il pubblico si diffonde l’aspettativa di sentire la nuova voce del Banco. Tony D’Alessio (nell'immagine sopra) dimostra che non vuole sostituire nessuno, ci mancherebbe, ma che vuole cantare col suo timbro, e l’amalgama è perfettamente riuscito. Il pubblico plaude soddisfatto, il Banco c’è.

 

Strumenti e  Cap

La serata è stata aperta dai Consorzio Acqua Potabile, altra band progressiva che sta girando coadiuvata da Alvaro Fella, leader del glorioso gruppo dei Jumbo. Proprio i CAP hanno reso possibile il concerto del Banco che stava rischiando di saltare. Il retroscena dell’evento è questo: la sera prima, Nocenzi & co. fanno un concerto a Pisa, dopo di che caricano strumenti e tutto il resto sul furgone. Che rimarrà a Pisa a causa di un malore improvviso dell’autista. Il Banco, che il giorno dopo giunge a Magenta ancora ignaro, rimane così senza attrezzatura. Che si fa? Quello che le band progressive facevano usualmente nei concerti collettivi: si suonano gli strumenti degli altri. E così, con un soundcheck eseguito praticamente con il pubblico in sala, il Banco ha fatto il suo live con chitarre, tastiere, chitarre, fonica dei Consorzio. Ed è stato un successo. Anche questo è Prog!

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