15-02-2017 ore 17:41 | Cultura - Teatro
di Silvia Tozzi

Milano. Allo Studio Frigia lo spettacolo di Riccardo Italiano: In paradiso vestono bene

Dalila proviene da una famiglia molto benestante. Si trova in vacanza con la famiglia in un villaggio turistico a Sestriere, dove Stefano lavora come animatore turistico. Colti da un’improvvisa valanga, trovano riparo in un vecchio rifugio abbandonato. In questa estrema condizione di sopravvivenza spingeranno al limite le loro esistenze, sino a far riemergere un passato – denso di ricordi terribili dai quali tentano disperatamente di fuggire – che credevano sepolto per sempre. In paradiso vestono bene è il nuovo spettacolo di Riccardo Italiano, attore e regista spinese di trent’anni, in scena dal 16 al 19 febbraio al teatro Studio Frigia, a Milano.

 

Lo spettacolo

Scritto nell’estate 2015, lo spettacolo si presenta come un atto unico di un’ora, diretto dallo spinese stesso. Prodotto da Lost Theatre Company, fondata da Italiano, vede la partecipazione degli attori Caterina Campo e Vincenzo Paladino. “Era già da diverso tempo che questa storia bussava nella mia mente – spiega il regista – due ragazzi isolati, con poca acqua, con poco ossigeno, spinti sino ai limiti più estremi della condizione umana. Guardare in faccia la morte, apre nell’essere umano scenari che sino ad un attimo prima sembravano impensabili”.

 

Nelle viscere dell’anima

Con questo spettacolo Italiano si addentra “nella parte più intima del proprio essere. Liberarsi di tutto quello che non ci serve più, che ci soffoca, che ci opprime, che ci divora, per ricominciare e per andare avanti, qualsiasi sia il cammino che ci aspetta: questo in un certo senso fanno Stefano e Dalila. Entrambi hanno vissuto la loro vita, sino a quel momento, sopravvivendo ad un passato che li ha segnati per sempre, un passato che non è mai passato. Si costruiscono la loro prigione personale per tornare ad essere liberi. Fuori c’è il mondo che hanno conosciuto. Dentro c’è il loro mondo, un mondo – conclude Italiano – in cui nessuno potrà più far loro del male”.

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