14-04-2015 ore 20:03 | Cultura - Musica
di Stefano Zaninelli

Dal conservatorio a Sanremo passando per la sala Prove. Nina Zilli: “la musica è bella in qualsiasi modo la si faccia"

“Mia madre mi diceva che per non farmi agitare, quando facevo il bagnetto, era costretta a cantare. A 5 anni cantavo già nel coro della chiesa: ho visto la luce molto presto, per dirla alla Blues Brothers. A 8 anni, rompevo così tanto con la mia passione per la musica che mia madre m’ha iscritta al conservatorio”. Poi, negli anni, sono arrivate le sale prove, le band con gli amici; Children’s corner, il brano che Nina Zilli – al secolo Chiara Maria Fraschetta – avrebbe dovuto portare all’esame è rimasto lì; “ma se ora posso scrivere è anche grazie a quei 5 anni di studio”, confessa lei.

 

La carriera e gli esordi

Sabato sera la cantante piacentina sarà sul palco del San Domenico di Crema per la data zero del Frasi&Fumo tour 2015. Una carriera brillante la sua, iniziata una ventina d’anni fa, “su una superstrada, senza palco, all’inaugurazione di un negozio eco-solidale – ricorda lei – dove per fortuna c’erano ancora i fricchettoni che davano spazio ad un gruppo di sbandati come noi. Abbiamo suonato alcuni pezzi tra cui Under the bridge dei Red hot chili peppers, la mia prima, terrificante canzone punk, What’s up delle 4 non blondes, un pezzo in acustico dei Karma e The passenger, di Iggy Pop”.

 

L’importanza d’esser donna

"Femminilità", per Nina Zilli – che ha preso il nome da Nina Simone ed il cognome dalla madre – è “una maledizione e il suo contrario: la prima perché siamo ancora vittime dei pregiudizi e dei modelli della società. Negli anni ’60 abbiamo bruciato i reggiseni e ci siamo fatte crescere i peli sotto le ascelle, ma c’è ancora molta ipocrisia: l’uguaglianza è solo di facciata. A casa, dopo il lavoro, chi organizza e corre avanti e indietro è la donna; per questo è anche una benedizione, perché abbiamo una grande forza d’animo, così come ce l’hanno mia mamma, mia nonna e le mie amiche, ma anche esempi come Billie Holiday e Rita Levi Montalcini".

 

Stile rock’n’roll

Lei, che molti definiscono femme fatale, in realtà non si sente così: “nelle mie giornate non devono mai mancare un sorriso, una buona canzone ed i carboidrati, ecco tutto. Mi metto “l’abitone” solo alle manifestazioni importanti, dove seguo l’allure del Festivàl pensando alle grandi cantanti come Mina, Patty Pravo e Nilla Pizzi. Io, in realtà, sono molto più rock’n’roll: sono cresciuta nelle sale prove, ho fatto la gavetta… Ero io l’autista del pulmino dei Chiara&gliscuri! Nonostante il mio entourage preveda molte femmine (tra cui manager, assistente e discografica), il mio è ancora un lavoro maschio, specie nelle sue parti tecniche”.

 

L’ultimo album

Nell’ultimo album, Frasi & Fumo, “c’è molto di quello che mi è successo. Come spiega Vasco Rossi, le canzoni son come i fiori, nascon da sole e sono come i sogni, e a noi non resta che scriverle in fretta perché poi svaniscono e non si ricordano più. È quella roba lì: si parla tanto di amore, del suo bello e del brutto, dell’inizio e della fine, ma anche dell’incapacità di comunicare di oggi. C’è la voglia di darsi alle persone e non solo sui social, dove vengono raggruppate per target, ma in realtà allontanate tra loro”.

 

Il concerto al San Domenico

Sabato, al San Domenico, “ci saranno tante novità: in primis un membro in più della Smoke Orchestra, al violoncello. È uno spettacolo teatrale diviso in 3 momenti diversi; inizierà con uno speach di Nina Simone; in mezzo ci sarà la parte acustica, con canzoni riarrangiate da me e Mauro Pagani; alla fine, si concluderà con la tradizionale sorpresona finalissima. L’unica cover sarà You shook me all night long, degli Ac/Dc, rifatta rithm&blues”. Al contrario di molti artisti, Nina non demonizza le cover: “la musica è bella, la si può fare in tanti modi diversi e in ognuno di essi rimarrà comunque bella”.

 

Vivere il momento

Per quanto riguarda il futuro? “Sinceramente non lo so, sono una persona incosciente, o forse troppo cosciente… Comunque sia, al futuro penso poco: mi piace vivere il momento perché la vita è imprevedibile. Credo sia inutile programmare: uno sta lì a farsi tutti i piani poi un giorno arriva Saturno e ti distrugge tutto.  Vedo, comunque, una prospettiva musicale anche se poi tutto ciò che si attaccherà sarà un bene”. Se potesse reincarnarsi in una persona famosa sceglierebbe “James Brown: gli eviterei le cazzate che ha fatto nella vita privata – conclude ironica Nina Zilli – e per lui sarebbe certamente un bene”.

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