05-07-2015 ore 18:12 | Cultura - Musica
di Andrea Galvani

Crema Jazz 2015. Platea incantata dalla classe e dalla poesia di Fabio Concato

In una serata resa bollente dall'afa, ieri a CremArena quasi due ore di musica per Fabio Concato e la sua ottima band, formata da Ornella D'Urbano (arrangiamenti, piano e tastiere), Gabriele Palazzi Rossi (batteria), Stefano Casali (basso), Larry Tomassini (chitarre). In programma i successi di una vita, 38 anni di carriera. A scanso di equivoci, se la poesia gli è stata insegnata dalla madre, il jazz (e lo pseudonimo) il protagonista della serata l'ha preso dal padre Luigi Piccaluga, chitarrista sopraffino, noto come Gigi Concato. Pochi minuti ed il concetto è chiaro a tutti.

 

Il senso dell'umorismo

Molto belli gli arrangiamenti, formidabile Concato, col consueto, delizioso senso dell'umorismo. La scaletta cremasca, un concerto intimo, delicato, di classe, s'è aperto così: “Sono seduto sopra una panchina qui fermo ad aspettare c'e' una biondina sta viaggiando su un treno e quando arriva mi farà sudare”, tratti da O bella bionda, seconda traccia dell'album Blu, del 1996. Imbracciata la chitarra, un salto indietro nel tempo, al 1984 per Ti ricordo ancora, seguito dal primo pezzo dell'ultimo album, Tutto qua, del 2012 Stazione nord.

 

Larry Tomassini e Fabio Concato (foto © Cremaonline.it)

 

Tra Ottanta e Novanta

Il pubblico apprezza e canta insieme a Concato, da Tienimi dentro di te ad un'altra delle canzoni più conosciute, Domenica bestiale. Risale invece agli anni Novanta, all'album In viaggio, la Canzone di Laura, mentre è del 2001 Ballando con Chet Baker, che nella versione cremasca è orfana della tromba di Fabrizio Bosso. Inforcati nuovamente gli occhiali da sole - “non per fare il di più, semplicemente perché mi danno fastidio le luci” - la serata prosegue con le Rime per un sogno, dall'album Senza avvisare, del 1986.

 

Sorrisi e poesia

Tra un brano e l'altro qualche parola, un aneddoto, un sorriso, per introdurre la poesia: “Canto perchè cantare mi fa bene, canto per allontanare le mie ansie, canto finchè c'è vita nel mio cuore”. La serata si rinfresca leggermente, arriva persino un refolo d'aria ad introdurre il ricordo di Josè Feliciano e ad accompagnare M'innamoro davvero, del 1999, da Oltre il giardino, titolo dell'album dalla quale è tratta e della canzone che segue. Portata a Sanremo nel 2007 - “forse ha rovinato l'atmosfera di festa, c'era anche cristicchi che cantava dei folli” - racconta del dramma della perdita del lavoro, “alcuni amici ce l'hanno fatta, altri che han preso la botta non si sono più ripresi”.

 

Il palco (foto © Cremaonline.it)

 

In viaggio e Giannutri

Clima ideale, per il Caffettino caldo, sempre da In viaggio, ma soprattutto per uno splendido passaggio... “Poi per forza siamo imbufaliti è tutto così illogico, tutti i rapporti sono ribaltati: è questo qui il pericolo, per conto mio comincerò a gridare fino a spaccarvi i timpani: voglio rispetto, voglio umanità per me e per gli altri uomini”. Con la platea rilassata e felice, Concato introduce Gigi, “la canzone che dal 1989, anno in cui è stata scritta, amo di più”. Pubblicata un anno dopo, fa parte dell'album Giannutri.

 

Il gran finale

La 'terza parte' della serata si apre con un brano cantato all'unisono, Guido piano del 1984, seguito da Tornando a casa (da Senza avvisare, del 1986) e Buonanotte a te, prima del gran finale con Fiore di maggio, il travolgente Sexi tango che scatena anche una signora solitaria nel ballo e “la canzone dedicata al Telefono Azzurro”, 051.222525. Il tempo dei saluti, subito un bis con Non smetto di aspettarti, l'uscita ed il grande rientro per il pezzo conclusivo, dedicato alle donne che si amano e non hanno l'ossessione della linea, Rosalina. Manca una manciata di minuti a mezzanotte, il pubblico del Crema Jazz, canticchiando, soddisfatto se ne va.

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