03-05-2015 ore 21:00 | Cultura - Teatro
di Stefano Zaninelli

Crema. D’amore suite, musica e danza oltre le barriere ed i limiti. La disabilità emoziona il teatro San Domenico

Non è facile capire cosa aspettarsi da un concerto di un’orchestra di ragazzi disabili. Ancora più difficile immaginarsi come può essere se accompagnata da un gruppo di ballerini, anch’essi disabili. Se poi si volesse pensare lo spettacolo come un piccolo musical a puntate, tenute insieme da brevi interventi della voce narrante, il quadro diventerebbe ancora meno prevedibile. D’amore suite è tutto questo e anche più: è la meravigliosa dimostrazione di come i limiti della disabilità siano un’invenzione dell’apparenza.

 

D’amore suite

A chi ancora non fosse convinto della relazione tra disabilità e specialità, lo spettacolo è fortemente consigliato. Quella di ieri sera era assimilabile ad un’anteprima per Crema: mentre “l’esperienza di MagicaMusica è partita 8 anni fa – spiega Piero Lombardi, direttore musicale e anima del progetto, dopo aver ricevuto il gagliardetto da Ombretta Cè, della fondazione San Domenico – e quella del MagicoAtelier 3 anni fa, il gruppo di ballerini di MagicaDanza è stato fondato quest’anno ed è alla sua primissima uscita”. Tre progetti tutti insieme sullo stesso palco, uniti dalla passione e dal divertimento.

 

L’ensemble orchestrale

Ad un repertorio ad altissima concentrazione emotiva – in scaletta La canzone dell’amore perduto, Dream a little dream of me e Bella senz’anima, tra le altre – hanno aggiunto la dolcezza di chi non conosce vanità. Nel mazzo dei brani l’orchestra ha pescato alcune chicche: brani composti ed interpretati da Simone Carelli, tra cui Disabilmente amar, toccante rappresentazione dell’amore e della sessualità dei diversamente abili. Meritati gli applausi tributati all’ensemble musicale, che ha dato prova di bravura e talento.

 

D'amore suite, l'ouverture (foto © Cremaonline.it)

Il corpo di danza

Quando poi sul palco un ragazzo in carrozzella ha duettato volteggiando con una danzatrice esperta, ogni pregiudizio si è sbriciolato, lasciando il posto all’ammirazione. A coreografie più animate e vibranti si sono alternati passi a due o addirittura esibizioni individuali: l’ouverture è stata affidata all’Ave Maria di Gounod – per piano e violoncello – mentre l’occhio di bue seguiva la fluidità dei movimenti di una ragazza del corpo di danza.

 

Con l’arte oltre le barriere

Come gran parte degli eventi che in queste settimane si sono alternati sul palco del teatro San Domenico, anche D’amore suite è in concorso alla rassegna Crema in scena, dedicata a Checco Edallo. Questo ad ulteriore dimostrazione – semmai ve ne fosse bisogno – di come attraverso l’arte sia possibile abbattere qualsiasi tipo di barriera. Sul palco del San Domenico, ieri sera, il significato s’è dispiegato: alla disabilità non s’accompagna solo la specialità, bensì la magia.

455