03-04-2016 ore 20:14 | Cultura - Teatro
di Ilario Grazioso

Teatro San Domenico, Jesus e il ruolo della religione nella nostra società

È tornata la riflessione sui temi religiosi ieri sera al San Domenico, in occasione della chiusura di una positiva stagione di prosa, il cui sipario è calato al termine di Jesus, di Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Vincenzo Todesco. Lo spettacolo della compagnia Babilonia Teatri diretta proprio dalla coppia Castellani - Raimondi, rappresenta una sorta di viaggio, uno spettacolo sulla figura di Gesù partendo dalla sua storia, fino ad arrivare alla sua spettacolarizzazione. Ma la forza e la fisicità della protagonista, si riesce ad apprezzare, solo se si guarda questo spettacolo con la dovuta predisposizione verso l’innovazione: perché Jesus della compagnia veronese, non è qualcosa di già visto o banale, forse perché i protagonisti portano sul palcoscenico loro stessi: una coppia di attori che è coppia anche nella vita, i cui corpi nudi nella penombra della scena finale si abbracciano e si baciano.

 

Le domande di un bambino

Jesus prende spunto dalle domande di un bambino di tre anni, Ettore, che ha imparato cos’è la vita e chiede alla mamma cos’è la morte: una combinazione di religiosità, irriverenza, introspezione. La chiave di lettura dello spettacolo, sta proprio in quelle domande del piccolo Ettore: “Tutti devono morire? Anche il nonno? Il papà, tu?”. E poi, “come si fa da morti a tornare a casa, perché certi uomini pensavano che Gesù era cattivo?” A quel punto emerge la paura, che viene associata nel testo proposto da Valeria Raimondi, all’assenza del sole che non illumina più le cose e avvolge nel silenzio tutto. E allora Jesus è dappertutto, compare al tempo stesso, come il fidanzato di madonna, un paio di jeans, una miniserie televisiva, un giocatore nell’Inter: l’uomo più famoso del mondo, che conoscono tutti e per questo è di tutti.

 

Non mettetevi nell’ottica del giudizio”
Le musiche spaziano da “Quando cammino su queste dannate nuvole”, all’Ave Maria, fino a un pezzo rock, preceduto da una pioggia di santini con il volto di Cristo fatti svolazzare sulla platea, che scatena un ballo e fa scendere dal palco la protagonista. Poi, l’invocazione del paradiso per tutti, prima di affrontare nuovamente il tema dell’ipocrisia, della violenza e del materialismo della società contemporanea: “Non mettetevi nell’ottica del giudizio, usciamo dalla logica del peccato”, ammonisce l’attrice. Alla fine Jesus da punto di domanda senza risposta, diventa l’occasione per indagare il bisogno, insito in ognuno di noi, di dare un ordine al disordine, cercando magari di capire quale possa essere il ruolo della religione nelle nostre vite.

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