31-10-2016 ore 18:17 | Rubriche - Medicina e salute
di Ilaria Bosi

Casale Cremasco. La mia storia, la tua storia: ciclo di incontri sulle dipendenze

Si è tenuto venerdì scorso il primo appuntamento del ciclo di incontri sulle dipendenze, organizzati dal comune di Casale Cremasco in collaborazione con l’Asst di Crema l’associazione L’Approdo di Rivolta d’Adda, l’Istituto comprensivo di Sergnano. L’incontro intitolato La mia storia, la tua storia è stato un momento di testimonianze e confronto con giovani testimonials che hanno intrapreso un percorso di riabilitazione presso il servizio per le dipendenze di Rivolta d’Adda.

 

Giovani testimoni

"La serata - spiega il sindaco Antonio Grassi - ha riscosso un successo superiore ad ogni aspettativa con la presenza di un nutrito numero di giovani che hanno partecipato attivamente al dibattito proseguito per oltre due ore. Merito del successo va ai coordinatori della serata, la dottoressa Paola Zanaletti, del Servizio per le Dipendenze di Rivolta d’Adda e il dottor Giorgio Cerizza, primario e fondatore del servizio stesso. Impagabile l’apporto dei giovani testimonials che hanno raccontato la loro esperienza coinvolgendo i ragazzi presenti".

 

Anticorpi e dipendenze

"Stabilire un legame intenso e problematico con una sostanza, un comportamento o una persona è una caratteristica che connota il nostro tempo e che necessità di riflessioni per comprendere come ciò possa avvenire e come proteggere sé e le persone a noi care. L’obiettivo dell’iniziativa è infatti quello di chiarire infatti sia come la dipendenza si manifesta, sia come attivare gli “anticorpi” necessari a contrastare il fenomeno". Venerdì 4 novembre alle 21 presso nella sala consiliare si terrà il secondo appuntamento dal titolo: Il filo interrotto, il filo annodato. Si rivolge agli adulti. L’essere genitori e adulti di riferimento oggi significa misurarsi con tematiche nuove e complesse. Anche questo incontro vedrà protagonisti gli operatori del servizio Dipendenze di Rivolta d’Adda e come testimonials alcuni genitori che hanno vissuto in prima persona il problema.

358