30-03-2017 ore 17:30 | Rubriche - Costume e società
di Gianni Carrolli

India. Una nuova vita per i fiumi: il Gange e lo Yamuna sono per legge “entità viventi”

Prima la Nuova Zelanda e poi l’India hanno riconosciuto ai fiumi personalità giuridica. Il decreto più recente è quello emesso lunedì 20 marzo da un tribunale dello Uttarakhand – uno stato himalayano – che per preservare e conservare i fiumi Gange e Yamuna li ha riconosciuti quali entità viventi. Nella sentenza i giudici spiegano che i due corsi fluviali rappresentano per gli indù entità sacre, divinità e riconoscono loro un ruolo cruciale nel fornire “sostentamento fisico e spirituale” agli esseri viventi.

 

Il Whanganui si fa umano

Se in India la sentenza del tribunale si configura come una misura straordinaria in grado di dare nuovo impulso alla lotta all’inquinamento, in Nuova Zelanda la questione assume un’altra sfumatura: per la popolazione Whanganui Iwi – che prende il nome dal fiume Whanganui – il fiume è un elemento essenziale della vita e dell’identità delle persone, intrecciando i destini del corso d’acqua con quelli delle persone: “io sono il fiume, il fiume è me”. Per questo al fiume è stato riconosciuto lo status di entità umana, con gli stessi diritti, doveri e responsabilità di una persona.

 

Dal mondo a Crema

Che ai corsi d’acqua le società da sempre assegnino un valore fondamentale non è una notizia degli ultimi mesi. Persino la storia locale è ricca di esempi che risaltano il valore che i corsi d’acqua rivestivano per le generazioni passate – dalla funzione difensiva della città all’importanza per la produzione economica e commerciale. Ancora oggi, dislocate a monte o in alcuni snodi lungo il percorso dei corsi fluviali, si trovano piccoli tempietti vegliati da statue e raffigurazioni della madonna, simbolo per la tradizione cristiana dell’origine della vita. Valori, questi, che forse oggi paiono sfumati dalle nebbie del progresso, ma che i casi dell’India e della Nuova Zelanda dimostrano essere tutt’altro che inattuali.

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