29-11-2015 ore 19:34 | Rubriche - Medicina e salute
di Paola Adenti

Crema. A scuola di diabete, la gestione del bambino con diabete in ambiente scolastico

Presso la Sala Polenghi dell’Ospedale Maggiore di Crema, venerdì 27 novembre si è tenuto un interessante convegno sulla gestione in ambito scolastico dei bambini affetti da diabete. Promosso dall’Unità Operativa di pediatria, dall’Azienda Ospedaliera di Crema e dal Sistema Sanitario della Regione Lombardia, il convegno si è avvalso della collaborazione della dottoressa Elena Calzi, medico diabetologo, alla segreteria scientifica. Favorire l’integrazione scolastica degli alunni affetti da tale patologia, attraverso la conoscenza ed abbattendo barriere, è lo scopo che si è prefisso il primo convegno a tema. L’aumento dell’incidenza di questa malattia cronica, una delle più frequenti nell’età infantile, ha reso necessario un momento di incontro con il mondo della scuola e con gli insegnanti che spesso si trovano a dover gestire le esigenze di un giovane malato fra ansia, senso di inadeguatezza e responsabilità. Un mini corso per sfatare timori, dare indicazioni, evitare allarmismi e permettere un inserimento il più possibile tranquillo.

 

Terapia insulinica
L’incontro, inizio di un percorso di conoscenza, è stato introdotto dal pediatra Emilio Canidio che ha parlato dei farmaci salvavita necessariamente presenti anche dentro le mura scolastiche ed ha apprezzato la buona partecipazione degli insegnanti. Presente anche il responsabile della diabetologia settore adulti che segue i pazienti in un’importante fase di passaggio, a partire dai 19 anni. La dottoressa Calzi ha sottolineato quanto, in ambito scolastico, il problema di uno diventi l’impegno di tutti. Da qui l’esigenza di creare conoscenza a 360° fra vissuto, cure e prospettive. La terapia insulinica necessaria, senza l’educazione è una perdita di tempo, non porta a risultati incidendo, di conseguenza, sull’autostima del soggetto malato, sulla qualità del controllo metabolico e sulla qualità di vita.

 

Storia di una patologia
La diabetologa ha riconosciuto l’ansia che vivono il bambino diabetico, la famiglia e gli insegnanti quando il piccolo entra per la prima volta nel contesto sociale della scuola. Da qui deriva l’esigenza di comunicare con i docenti che culturalmente e professionalmente sono impegnati in un settore diverso da quello sanitario e che spesso non conoscono la peculiarità del problema. Il pediatra Lucio Aramini ha condotto i presenti in un percorso storico sul diabete di cui vi sono testimonianze già a partire dalle popolazioni dell’antica Grecia e dell’antico Egitto. Nei secoli successivi i medici hanno individuato la patologia, ma bisogna arrivare al 1922 per trovare il primo paziente, canadese, trattato con successo con insulina. L’eccessiva presenza di zucchero nelle urine, presente anche nel sangue, determina la distinzione fra diabete mellito e diabete insipido. Il pediatra, coadiuvato da slides, ha illustrato i diversi livelli di glicemia e la classificazione delle varie tipologie di diabete.

 

Lucio Aramini (foto © Cremaonline.it)

 

Una malattia in crescita
L’International Diabetes Federation stima che vi siano nel mondo 371 milioni di persone con diabete e la previsione è che il numero di soggetti con danni alle cellule beta del pancreas sia in crescita nei prossimi anni. Vi sono tre tipi di diabete mellito in età pediatrica e molteplici sono i fattori per i quali insorge la patologia. Fattori ambientali, predisposizione genetica, infezioni virali, fattori dietetici, fattori prenatali e perinatali. Aramini ha poi spiegato la fisiologia e la fisiopatologia del metabolismo glucidico ed illustrato le principali azioni dell’insulina. Ha parlato dei primi segni dell’insorgere della patologia, a volte aspecifici ed indiretti tali da rendere difficile una diagnosi all’esordio. Ha elencato al termine del suo intervento la classica sintomatologia clinica: poliuria, polifagia, calo ponderale, polidipsia, disidratazione.

 

Contagio
La parola è poi tornata alla dottoressa Elena Calzi che è entrata nel vivo dell’approccio medico elencando i punti cardine del trattamento del diabete: terapia insulinica, attività fisica, corretta alimentazione. Di fondamentale importanza è conoscere la percentuale di carboidrati e zuccheri contenuti nei vari alimenti per calibrare il bolo da iniettare. Ha mostrato i mezzi per il monitoraggio glicemico, dai reflettometri classici, di antica generazione, a quelli più moderni con possibilità di scaricare dati su pc. Ha parlato dell’uso dei pungidito calibrati per misurare la glicemia nel sangue. Per un ottimale controllo del diabete ci vorrebbero 5/6 misurazioni al giorno. Si stima che un paziente si sottoponga annualmente a circa 2200 prelievi capillari e a circa 1900 iniezioni di insulina. La terapia è necessaria poiché il corpo del diabetico non produce insulina che deve pertanto venire somministrata con la terapia sostitutiva. Non si tratta di una medicina, ma di un ormone che mantiene costante la glicemia nel sangue e - ha sottolineato la dottoressa - ... sfatiamo una paura ingiustificata: il diabete non è contagioso.

 

Microinfusori
Presente al corso anche un tecnico che ha ripercorso la storia delle metodologie di infusione, dalle siringhe, non più in uso, alle penne con ago fino ad arrivare ai microinfusori per insulina di ultima generazione, piccoli software con display, catetere con ago-cannula ed infusore ultra rapido. L’apparecchio viene preimpostato dai medici con modalità di infusione lenta, continua, basale, variabile e di boli all’occorrenza. I sistemi sono in continua evoluzione, sempre più sofisticati, con sensori integrati. Ha concluso l’incontro la diabetologa pediatrica dottoressa Calzi ricordando che è necessario conoscere la corretta procedura in caso di crisi ipoglicemica grave, sotto i 70. La regolamentazione riguardante farmaci, loro somministrazione e scuola, risale al 2005 ed esiste una Circolare con linee guida per favorire l’inserimento di bimbi diabetici in ambito scolastico. È possibile, nei casi di alunni più grandi ed autonomi nella somministrazione di insulina, che gli insegnanti, in accordo con genitori e medici, sorveglino e collaborino fungendo da supervisori. La dottoressa ha infine evidenziato la necessità di intraprendere percorsi, come già avviene al S. Raffaele di Milano, di collaborazione fra scuola e Asl con i medici che seguono i bambini affetti da diabete.

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