25-08-2016 ore 18:35 | Rubriche - Comunicazioni ai cittadini
di Stefano Zaninelli

Protezione civile. Il gruppo Lo Sparviere pronto a entrare in gioco. Mussi: “serve una gestione intelligente della solidarietà”

Sono oltre 4 mila i volontari impegnati nei servizi di assistenza, soccorso e supporto alle vittime del terremoto che mercoledì 24 agosto ha colpito Lazio, Marche e Umbria. Anche Regione Lombardia ha organizzato due colonne mobili – strutture di pronto impiego formate per rispondere a specifici bisogni ed emergenze – da ieri pronte a partire in caso di chiamata da parte del dipartimento centrale della Protezione civile.

 

Le forze provinciali

Una delle due colonne mobili è composta dai volontari cremaschi dell’associazione Lo Sparviere, dal gruppo soncinese Il Grifone e da Le aquile Oglio-Po di Cremona. Al momento parrebbe che, in caso di chiamata, la colonna mobile della provincia di Cremona vedrebbe impegnati gli uomini e le donne del gruppo cremasco, con 4 addetti specializzati nella segreteria e 5 nella gestione del campo emergenze, mansioni nelle quali i volontari delle tre realtà provinciali eccellono.

 

Dosare le forze

Come spiega Giovanni Mussi, presidente de Lo Sparviere, “siamo preparati e abbiamo già i mezzi pronti a partire. La situazione attualmente è in stand-by: sui circa 5 mila posti letto allestiti ne sono stati occupati circa due terzi. Inviare altri uomini oltre a quelli già presenti sul campo è un’operazione che rischia di intasare inutilmente gli spazi. Il Dipartimento di Protezione civile sta dosando le forze per evitare sprechi inutili”.

 

Gestione e coordinamento

Intanto anche dalla provincia di Cremona invitano a non farsi prendere dall’istinto. Il desiderio di rendersi utili in una situazione d’emergenza come quella che coinvolge le popolazioni terremotate non deve scadere in manie di protagonismo: “la gestione dei mezzi e dei soccorritori risulta molto delicata e deve essere attentamente coordinata al fine di evitare di complicare lo stato delle cose anziché risolverlo”, si legge nel comunicato diramato in giornata.

 

Beni di prima necessità

La stessa filosofia va adottata a livello locale: “la raccolta di beni di prima necessità non può essere improvvisata – avvisa Mussi – è necessario il coordinamento di realtà preposte come la Croce Rossa o la Caritas. Le prime risorse sono state fornite dagli esercizi delle località vicine a quelle colpite dal sisma; i beni ora non mancano e spedire camion di materiali rischia di intasare le strade. Oltretutto c’è il rischio che le risorse in eccesso vengano sparpagliate e dunque sprecate”.

 

Organizzare la solidarietà

Dunque anche la solidarietà va organizzata. La situazione di crisi non si esaurirà nel giro di pochi giorni. Si renderà necessario “gestire tutto con intelligenza – aggiunge il presidente de Lo Sparviere – affinché, una volta rientrata la fase acuta d’emergenza e spenti i riflettori dei mass media, le persone coinvolte dal sisma possano continuare a ricevere beni e supporto. Sarà quello il momento di organizzare raccolte mirate e precise. Al momento, è più proficuo sostenere la raccolta fondi promossa dalla Protezione civile”.

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