22-10-2015 ore 22:52 | Rubriche - Costume e società
di Nino il contadino

L’orto, istruzioni per l'uso. Quando la vanga e la zappa splende, anche l'orto rende

Volete avventurarvi nel mondo affascinante dell’orticoltura? Vedere spuntare una piantina e godere poi il piacere di gustarne i frutti? Vi piacerebbe cimentarvi nella coltivazione di un piccolo orto sul balcone di casa o ritagliarne un angolo nel vostro giardino ma non sapete da che parte cominciare? Nessun timore, il vostro amico contadino vi guiderà passo passo, per avere presto un buon raccolto.

 

Ordine e pulizia

Un antico proverbio - “Quando la vanga e la zappa splende, anche l'orto rende” - ricorda la necessità di mantenere ben puliti gli strumenti indispensabili: una vanga, una zappa, un rastrello, una forca, eventualmente una carriola, un innaffiatoio ed un tubo di gomma. Dopo aver vangato il terreno, con la zappa si frantumano piccole porzioni di terreno soprattutto attorno alle radici delle piantine e con il rastrello si sminuzzano ulteriormente le particelle terrose (dopo la zappatura) e si distribuisce uniformemente il terreno dopo la semina. La rastrellatura si effettua rimanendo sui bordi dell’orto, senza calpestare il piano di lavoro, interrando di pochi centimetri i denti dell’attrezzo. Sempre il rastrello libera l’orto dai residui della vegetazione (a fine ciclo) che poi, raccolti con la forca, saranno caricati sulla carriola.

 

Il lavoro preparatorio

Procediamo individuando il terreno destinato a diventare orto e vanghiamo smuovendo e rigirando la terra per arieggiare in attesa della semina. Per una corretta vangatura, è sufficiente rimuovere circa 20 centimetri di substrato, lavorando camminando all’indietro per non calpestare il terreno appena smosso, avendo cura di eliminare i sassi più grossi e ogni altro corpo estraneo. Se il terreno risulta troppo duro e compatto, è meglio aggiungere un po’ di sabbia per renderlo più morbido e drenante; se invece è secco e sabbioso è necessario aggiungere dei composti organici da giardino, mescolati con torba. La preparazione del terreno dovrebbe essere effettuata in autunno o in inverno con il terreno non gelato e ben asciutto perché gelo e neve favoriscono la frantumazione delle zolle. È buona regola evitare di lavorare e calpestare i terreni bagnati perché la terrà tende ad appiccicarsi irrimediabilmente ad attrezzi e stivali e il terreno bagnato, se compresso, forma uno strato estremamente duro e praticamente impermeabile che sarà poi difficile da lavorare. Ideale sarebbe, se il terreno è bagnato, (sia in inverno che in estate) realizzare dei camminatoi anche temporanei, con assi di legno o beole in pietra. Il vantaggio di vangare il terreno in inverno fa sì che le zolle si frantumino da sole, lentamente, consentendo anche al terreno di aerarsi e, a primavera, sarà sufficiente una leggera vangatura superficiale e un pareggiamento per favorire lo scolo dell’acqua ed evitare pericolosi ristagni. L’area destinata a orto va suddivisa in parti, ogni parte si chiama prosa (o proda o porca) che deve avere una larghezza sufficiente a garantire le distanze minime affinché le piante non soffrano. Le prose non devono però essere troppo estese perché non si riuscirebbe a lavorare comodamente sulle piante centrali. Se l’orto è grande, è necessario progettare un sentiero centrale dal quale partono sentieri secondari più piccoli, avendo cura di disporre la lunghezza delle aiuole lungo l'asse Nord – Sud per consentire alle piante la migliore esposizione possibile alla luce del sole.

 

La concimazione

Una pianta per crescere bene, sottrae al terreno elementi nutritivi che necessitano di essere ripristinati: fosforo per irrobustire la pianta, azoto per sviluppare la vegetazione, potassio per incrementare la fioritura quindi anche per frutti e semi. Sono poi necessari microelementi quali il calcio, il magnesio, il ferro, ecc. Le sostanze nutritive necessarie alle piante, sono normalmente fornite dal terreno che se povero, può essere arricchito aggiungendo concimi chimici o naturali: il concime naturale non ci consente di conoscere con esattezza la tipologia degli elementi nutritivi che contiene ma non danneggia l'ambiente; il concime chimico è perfettamente bilanciato anche se prodotto da un'industria. Tra i concimi naturali, il più comune e utilizzato è il letame o stallatico, ideale per rendere più compatti i terreni sciolti e più sciolti i terreni compatti. Altri concimi organici utilizzati sono la farina di ossa, le alghe marine, la cenere di legna, il sangue secco proveniente dai macelli. La concimazione va effettuata in autunno e in primavera. Altro elemento importante per la fertilità, è la quantità di humus presente, rilevabile osservando il colore del suolo che risulterà bruno-nerastro se ricco di sostanze organica, cioè di microrganismi che trasformano le sostanze organiche presenti. Un terreno con poco humus tende a diventare sterile. Chi possiede un giardino, può utilizzare i "rifiuti" verdi che questo produce per produrre buon concime per l’orto; stoccando opportunamente tali scarti è possibile infatti far decomporre a batteri, microrganismi e piccoli insetti, le sostanze organiche presenti nei rifiuti, che dopo alcuni mesi, saranno trasformate in compost, un terreno simile all'humus del sottobosco, soffice, ben aerato e ricco di minerali.

 

Piante o semi?

Non esiste una risposta esatta e una sbagliata, dipende dal contesto in cui ci troviamo. Se si vuole ottenere risultati in minor tempo, è possibile acquistare delle piantine per il trapianto ma questo comporta, oltre ad un maggior costo (da 60 cent a 3 euro per piantina), anche l’impossibilità di conoscere la varietà acquistata e di sapere se abbiano subito trattamenti chimici. Inoltre le piantine sono molto delicate e non resistono più di due giorni fuori terra. La semina invece permette di gestire tutto il processo produttivo, dalla scelta delle varietà, alla messa a dimora, il tutto al solo costo della bustina di semi, 2-3 euro. In commercio è possibile trovare di tutto ma per avere piante sane, robuste e altamente produttive, è opportuno utilizzare prodotti provenienti da ditte serie e affidabili, possibilmente scegliendo sementi biologiche.

 

Le sementi

La scelta delle sementi però non è così facile, ci sono infatti sementi ibride, a libera impollinazione e tradizionali. Le sementi ibride o F1 (ibrido di prima generazione), sono quelle che danno i migliori risultati, sono resistenti alle malattie e offrono una produzione più uniforme e abbondante. Si tratta infatti di sementi selezionate e sperimentate anche in laboratorio, per questo i semi ottenuti da frutti di piante nate da “ibridi” non hanno le stesse caratteristiche delle piante madri e non garantiscono la continuità dei risultati ottenuti con il primo raccolto. Le sementi a impollinazione libera sono meno affidabili in termini di risultato, ma offrono più diversità perché prodotte da piante selezionate attraverso l’impollinazione naturale in pieno campo. È il vecchio metodo utilizzato prima degli “ibridi”, preferito da molti perché più naturale e meno costoso con prodotti meno uniformi ma più saporiti che possono essere utilizzati ogni anno per avere nuovi semi. Le Sementi tradizionali o antiche sono cultivar derivante da libera impollinazione con almeno 50 anni di storia, oggi ritornate di moda per la qualità e la varietà degli ortaggi prodotti sia in termini di sapori che di forme e colori. Purtroppo non sempre hanno la stessa resistenza alle malattie o la stessa adattabilità degli “ibridi”. Indipendentemente dalla scelta fatta, sulla confezione delle sementi sono riportate tutte le informazioni utili: nome e descrizione (se è un ibrido, se è ottenuto con impollinazione, se il seme è stato trattato con fungicida o anticrittogamico) - descrizione della varietà - informazioni sulla coltivazione (tempi di semina, di germinazione, di raccolta) - data di produzione e tempi di scadenza.

 

Le annaffiature

Per quanto riguarda le annaffiature, il momento migliore è verso il tramonto o nelle prime ore del giorno, per evitare alle piante sbalzi termici e sprechi d'acqua causati dalla evaporazione. Mai annaffiare in pieno giorno, ma seguire i bisogni delle piante: in estate, come tutti noi, le piante hanno maggiore bisogno di acqua e vanno bagnate la sera, quando il sole è basso per consentire di assorbire l’acqua durante la notte. In primavera, annaffiare di mattina per evitare che durante la notte l’acqua possa gelare e rovinare le radici. Uno dei sistemi di irrigazione più consigliati è quello “goccia a goccia” effettuato con un tubo di plastica collocato nell’orto, lungo le prose, con piccoli fori in prossimità di ogni piantina per garantire una lenta annaffiatura molto efficace. Gli ortaggi a crescita lenta hanno meno bisogno di acqua mentre quelli da foglia, hanno bisogno di irrigazioni abbondanti. Per mantenere umido il terreno più a lungo, è possibile creare una pacciamatura stendendo sul terreno paglia o foglie. Attenzione però a non creare ristagni nel terreno che farebbero marcire le coltivazioni.

 

La cura delle piante

La crescita delle piantine deve essere sempre seguita perché alcune si sviluppano in altezza e necessitano di essere sostenute con dei tutori mentre altre, a crescita rapida, devono essere cimate recidendo il fusto principale per favorire l’emissione di nuove ramificazioni e aumentare la produzione, altre ancora necessitano dell’eliminazione dei germogli laterali. Per ottenere un equilibrio biologico naturale (agricoltura biologica), è importantissimo ricordarsi di cambiare ogni anno la disposizione delle piante da coltivare, perché la rotazione mantiene vitale e produttivo il terreno dell’orto, infatti alcune piante godono della vicinanza reciproca sia per quanto riguarda lo sviluppo che per la lotta contro i parassiti.

 

Mese per mese

Gennaio, togliere la neve dalle fronde dei rami e dai tunnel di protezione per evitare rotture e cedimenti. Febbraio, seminare in semenzaio, insalate primaverili, fave, cipolle. Marzo, dissodare il terreno e concimare, ripulire da erbacce e sassi trascinati dalla pioggia; se il terreno è asciutto è possibile iniziare la semina: biete, piselli, spinaci, carote, patate. Aprile, se già seminato, proteggere i semi da eventuali brinate con foglie secche o paglia. Maggio, sarchiare il terreno e zappare attorno alle piantine, eliminare le erbe infestanti e annaffiare. Giugno, luglio e agosto, controllare le coltivazioni, annaffiare abbondantemente e proteggere da parassiti e lumache con prodotti appositi. Settembre e ottobre, diradare le annaffiature e ripulire le aiuole dalle foglie secche. Novembre, terminare i raccolti. Dicembre, se il terreno non è gelato e asciutto, effettuare la prima vangatura.

3510