18-04-2015 ore 11:31 | Rubriche - Musica
di Stefano Zaninelli

Record store day. Freak music l’ultimo negozio di dischi a Crema. L’evoluzione della musica in 40 anni di attività

Per gli appassionati del genere, il Record store day è ormai un appuntamento imperdibile. Fondato nel 2007 negli Stati Uniti, è la festa che celebra i negozi di dischi indipendenti, quest’anno capitanata dal leader dei Foo Fighters, Dave Grohl. A Crema la realtà dei negozi di dischi è diventata una rarità: i rincari dei dischi prima e la diffusione della musica digitale poi – con le sue protesi in streaming e le applicazioni per smartphone – s’è assottigliata fino a quasi scomparire. Solo un tempio della musica fisica resiste eroicamente alle sfide della tecnologia: il Freak music.

 

La storia del negozio

“Il Freak music ha iniziato l’avventura nel lontano 1977 – racconta Riccardo Panigada, che insieme al fratello Stefano gestisce il negozio fondato dai genitori – quando sorgeva dove ora c’è il Longoni. Nel ’94 ci siamo trasferiti all’interno del centro commerciale Gran Rondò. Erano i tempi in cui la grande distribuzione tirava il commercio e per i negozi era una fattore che non si poteva trascurare. L’ultimo trasferimento l’abbiamo fatto l’anno scorso, quando ci siamo stabiliti nella sede attuale, in via XX Settembre”.

 

Vendere la musica

La vendita della musica, ieri come oggi, “è una bella responsabilità – prosegue Riccardo – a chi non piace? Maneggiare una passione ti porta, alle volte, a concepire l’attività più come un passatempo, come un hobby più che un lavoro. Con i tempi che corrono, poi, vendere musica non è cosa da poco”. Della manciata di negozi che c’erano, il Freak music è l’ultimo baluardo della musica su supporto fisico. Le vetrine del negozio straripano di cd e di vinili: si passa da Tracker di Mark Knopfler in vinile all’ultima ultima hit su cd, passando per un’ampia gamma musicale di artisti di ieri e di oggi.

 

Stefano e Riccardo Panigada (foto © Cremaonline.it)

La musica ed il tempo

Sono molto diverse tra loro le persone che passano dal Freak music: “si dividono essenzialmente in due tipi: il cliente cremasco e quello di passaggio. Molti paesi e città vicine non hanno più negozi di dischi, quindi ci capita di servire gente che viene da Lodi, Treviglio, Cremona e anche Mantova. La richiesta è molto eterogenea: si va dal pop al rock e dal jazz al country, passando per gli ultimi successi. La tecnologia ha spinto tutti a fare musica, così l’offerta è aumentata a discapito delle durata. Prima uscivano meno dischi, che magari rimanevano in vendita per 8 mesi, ora ne escono 50 a settimana e durano per 10 giorni. C’è molto più turnover ed il tempo è diventa la prova del nove: se tra 10 anni un album del 2000 venderà ancora, allora significherà che il seminato era di qualità”.

 

Una nuova vetrina

Anche rispetto al lato della domanda il mercato cremasco è duale: “da una parte c’è il cliente appassionato, con le idee chiare e buoni canali d’informazione. Poi c’è la massa influenzata da mode, dalle tendenze e dai boom. Sono due pubblici non comunicanti. Esiste un grande panorama di canali, ampliato dalla tecnologia: noi non l’abbiamo mai concepita come una nemica ma solo come un una vetrina in più, uno strumento. Il mercato funziona esattamente come 20 anni fa, quando c’era chi comprava Lp e l’amico che se li faceva replicare sulla musicassetta. Il fatto di poter ascoltare musica direttamente sullo smarphone ti permette di ascoltare la canzone, ma questo non cambia il desiderio di acquistare il disco”.

 

Il ritorno del vinile

Intanto si osservano fenomeni dal sapore nostalgico, come il ritorno del disco in vinile e con esso di generi musicali che sembravano soppiantati dai diktat delle etichette major. “Negli ultimi 5 anni il mercato è cresciuto tanto, dal lato dell’offerta come anche dalla domanda. Le case discografiche hanno ripreso a stampare molti vinili, sia per i titoli nuovi che nei cataloghi del punk e del metal, di quello che è la storia della musica. C’è molto più materiale disponibile, anche per i teenager che non l’hanno mai vissuto prima e che ogni tanto capita ti chiedono quanto costa il cd grande”.

 

Alcuni vinili nella collezione del negozio (foto © Cremaonline.it)

Il feticcio del supporto fisico

Il supporto fisico torna alla ribalta e lo fa trasversalmente alle generazioni: “ci sono acquirenti ed affezionati di tutte le età: abbiamo esempi di vendite molto alte in tutti e 3 i tipi di pubblico: il teenager, l’adulto e l’anziano. Il supporto fisico, il disco è un po’ come i giochi in scatola: copre tutte le fasce d’età ed è un jolly che accontenta tutti, dal bambino con lo Zecchino d’oro al nonno con l’Opera. Inoltre è un regalo perfetto per le feste: il budget medio copre perfettamente il costo del disco o quello del libro, ma non a tutti piace leggere, mentre la musica è universale”.

 

Ridare nobilità

Al contrario di molti critici che non vedono di buon occhio la pressione della tecnologia sul mondo musicale, “secondo noi l’evoluzione è un fatto positivo: è sintomo del fatto che probabilmente c’è interesse. I concerti e la musica dal vivo funzionano ed il picco del vinile la dice lunga: quando un articolo ha fascino la gente decide di permetterselo, risparmiando su altro. Nel caso del vinile, si tratta di un bene limitato, stampato in quantità ridotte, il cui valore cresce nel tempo. Questo – conclude Riccardo Panigada – in qualche modo dà valore alla musica, che negli ultimi anni era forse un po’ scaduta: si sta cercando di ridargli un po’ di nobiltà, proprio quello che le serviva”.

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