18-02-2017 ore 16:48 | Rubriche - Costume e società
di Stefano Zaninelli

Crema. Inquinamento ed effetto media: ecco perché si parla delle polveri sottili

Martedì 21 febbraio, alle ore 21, la sala Porta Ripalta in via Matteotti ospiterà l’incontro L’aria di Crema, un focus su cause e soluzioni dell’inquinamento atmosferico. Anche quest’anno la provincia di Cremona è tra la province lombarde più inquinate – la Lombardia domina invece la classifica regionale – e Crema, con lo sforamento dei parametri di particolato nell’aria, non è che una delle molteplici conferme. Quello dell’inquinamento e della scarsa qualità dell’aria nella pianura padana non è una novità: circondata da catene montuose, raramente beneficia di folate di vento in grado di spazzare via gli inquinanti di una delle zone più produttive del Paese. Allora, perché si continua a parlarne?

 

La non-notizia e l’effetto media

Parte del merito, o della colpa, è della stampa. La certezza di poter contare sul titolo facile, spesso allarmistico, è una fatica in meno per il giornalista pigro e una garanzia per chi si occupa di riempire la sezione cronaca. È una non-notizia, una ricorrenza che ogni anno stupisce e, a ragione, preoccupa. L’inquinamento è uno di quegli argomenti da non prendere sotto gamba – le notizie che ci arrivano dalla Casa bianca suonano come una sirena alle orecchie di chi ha a cuore l’ambiente e la propria salute. Dunque, se anche quest’anno ci troviamo a parlare di polveri sottili, solfuri e monossido di carbonio è anche grazie all’effetto-media: più la stampa ne parla più diventa un tema famigliare, a prescindere dallo spessore del tema.

 

Le discussioni e i provvedimenti

Naturalmente non si tratta solo di giornalismo. Di inquinamento atmosferico si discute un po’ dappertutto, soprattutto sul web. Non solo: nonostante i valori dei mesi di dicembre e gennaio non si discostano di tanto da quelli dell’anno scorso, il Comune di Crema è intervenuto con una serie di misure per ridurre l’inquinamento (sospesa una decina di giorni più tardi). Se nel 2016 le iniziative sono state meno drastiche – con i giorni di chiusura del centro storico, in occasione del Carnevale cremasco – quest’anno l’amministrazione ha ordinato una serie di divieti che vanno dal blocco totale per alcune tipologie di mezzi alle limitazioni all’uso dei riscaldamento. Questo ha certamente influito sulla percezione del problema, che però dev’essere analizzato a partire dai dati.

 

L’analisi dei dati provinciali

Al contrario di molte teorie, i dati più aggiornati (Inemar 2014) mostrano come sia l’anidride carbonica il principale inquinante atmosferico: tra gennaio e dicembre 2014 ne sono state prodotte poco meno di 2400 chilotonnellate ( confrontando tutti i dati disponibili si osserva che le composizioni non cambiano nel tempo). Circa un terzo delle emissioni (35%) proviene dai trasporti su strada, un quarto dai processi di combustione nell’industria e un quarto dalla combustione non industriale (ossia impianti commerciali, istituzionali e residenziali). Tali dati mostrano come una parte importante dell’inquinamento dipenda dalle abitudini di ciascun cittadino, dal riscaldamento della casa all’utilizzo della macchina e dei motorini, e ridimensiona i termini dell’accusa nei confronti delle imprese. Nel report interattivo qui sotto è possibile analizzare i dati cliccando sui grafici e sulle legende (per problemi di visualizzazione clicca qui o sul report).

 

Report: l'inquinamento a Crema e in provincia di Cremona
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