16-08-2017 ore 16:42 | Rubriche - L’oasi
di Tiziano Guerini

L’Oasi. L’eterno dilemma dei vacanzieri: mare o montagna? Quest’anno in monastero

L’oasi. Come suggerisce il nome potrebbe trattarsi di un luogo dove trovare ristoro, ma anche di un territorio isolato. L’obiettivo è offrire uno spunto di riflessione, non necessariamente polemico, su temi d’attualità. Chiunque può commentare sulla nostra pagina facebook o scrivere a [email protected]. Buona lettura.

 

La via monastica

Mare o montagna? Da anni c’è chi scioglie l’eterno dilemma optando per la vacanza in monastero. Allo sballo, al divertimento estremo, alle abbuffate di ogni tipo e – nella migliore delle ipotesi – al fascino della natura preferiscono la suggestione della riflessione personale, della ricerca interiore. In verità la bellezza della natura non è affatto estranea alla realtà del monastero. Ai tempi della loro antica realizzazione non esistevano quei vincoli e costrizioni urbanistiche che oggi condizionano l’edificabilità. Le cime dei colli più ameni, i panorami più suggestivi e le foreste più impenetrabili venivano bellamente violate dai costruttori con risultati oggi apprezzabili.

 

Tra coscienza e coerenza

Così in molti decidono di varcare le porte di uno degli oltre 500 bed & blessing nostrani: monasteri, conventi, eremi, santuari sparsi per la penisola, immersi nella natura selvaggia o isolati su vette mozzafiato, dove trascorrere le ferie condividendo la vita monastica. Il monastero offre tanto perché, recita la Regola di San Benedetto, “deve essere organizzato in modo che al suo interno si trovi tutto l’occorrente per togliere ai monaci  - e, perché no, anche agli ospiti (nda) - ogni necessità di girellare fuori, il che non giova affatto alle loro anime”. Sistemazione obbligatoriamente (e felicemente) spartana.

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