12-10-2017 ore 13:40 | Rubriche - Costume e società
di Diego Meis

Bollate. Riselda, in carcere è nata la startup in grado di raddoppiare la differenziata

Immaginate un cassonetto in grado di pesare, smistare e registrare i rifiuti gettati al suo interno. L’idea è nata tra le mura del carcere di Bollate, dove un detenuto di origine brasiliana ha rivoluzionato il sistema di raccolta differenziata. Nato e cresciuto in una favela, Fernando ha portato con sé la consapevolezza che nulla si spreca e tutto ha diritto a una nuova vita: con il gruppo Keep the planet green ha ideato Riselda, un cassonetto in grado di aiutare nella raccolta e nello smistamento dei rifiuti prodotti all’interno della casa di reclusione milanese.

 

Riselda, il cassonetto raddoppia la differenziata
Una volta raccolto e selezionato il materiale, il contenitore pesa i rifiuti, li smista e ne registra quantità e tipologia. A monte, i detenuti hanno il compito di raccogliere e dividere correttamente gli scarti raccolti, con un piccolo incentivo: chi partecipa al progetto può ottenere una telefonata o un colloquio in più al mese. Il risultato è sorprendente: nei primi 18 mesi di sperimentazione, il tasso di raccolta differenziata in carcere ha raggiunto quasi il 90 per cento, un vero successo, se si considera che una città come Milano supera a fatica il 50 per cento.

 

Dal carcere alla startup
Se inizialmente era solo Fernando a passare di cella in cella per pesare la spazzatura con una bilancia da cucina, dopo l’invenzione di Riselda i volontari sono diventati una quarantina; oltre ad offrire la possibilità di uscire dal carcere e lavorare con Amsa, azienda responsabile dello smaltimento rifiuti urbano, il progetto ha creato 16 nuovi posti di lavoro in carcere. Il prossimo passo sarà estendere la differenziata alle altre sezioni del penitenziario, che in tutto conta circa 2 mila presenze – per poi esportare la pratica in altre strutture. Con il sostegno del Consorzio Viadeimille, l’idea potrebbe trasformarsi in una startup vera e propria, insediarsi fuori dalla casa di reclusione e diventare un servizio per la cittadinanza.

 

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