10-08-2017 ore 16:33 | Rubriche - Costume e società
di Stefano Zaninelli

Crema. Laura Locatelli tra palcoscenico e Tv: “tutti dovrebbero fare un po’ di teatro”

“Buon cibo, tante risate e tutte quelle piccole cose, frugali, che ti danno l’energia necessaria per affrontare il mondo così com’è”. Questa la ricetta dell’attrice cremasca Laura Locatelli. Un passato da formatrice, un presente da attrice e il futuro “chi lo sa”, Laura oggi è impegnata in molte attività. Insegna public speaking, recita in teatro e sul piccolo schermo, oltre alla collaborazione con Il milanese imbruttito. A settembre andrà in onda la nuova serie di Camera Café – la famosa sitcom italiana con Luca Bizarri e Paolo Kessisoglu – dove ha recitato nella puntata Imbarazzo e pregiudizio. Abbiamo colto l’occasione di un rapido ritorno a Crema per porle qualche domanda.

 

Partiamo dalla fine, da Camera Café: com’è stato?

“È stato molto emozionante. Ora finalmente so com’è fatta quella macchina del caffè! Ci sono arrivata grazie al lavoro a Milano e a Roma e ad alcuni produttori con cui ho collaborato. È una bella soddisfazione ma non lo ritengo un traguardo: mi do molti obiettivi, che tuttavia non sono altro che passi. La sfida è riuscire a mantenere sia collaborazioni che toccano corde più “pop”, come Camera Café, sia progetti più ricercati, come la prosa a teatro”.

 

Tv, pubblicità, teatro: faresti mai una scelta di campo?

“Spero di non dover mai scegliere: sono arti che si alimentano l’una con l’altra. C’è una parte di me che vorrebbe scegliere il cinema. Sai, il fascino della pellicola… Ma la magia del teatro, dell’incontro col pubblico, è qualcosa di impagabile. Per un attore sono dimensioni essenziali. Il lavoro è fatto di scelte: di alcune te ne penti, altre volte non potevi fare diversamente. Mi piacerebbe trovarmi un giorno a dover scegliere – come fosse il dilemma della torre – tra recitare in un film di Sorrentino o uno di Malick”.

 

Come sei arrivata sul palcoscenico?

“Ho iniziato lavorando come formatrice, un’attività che mi piace molto e che rimane una passione. Nel tempo sono riuscita a portare il teatro nell’ambito formativo. Sono dimensioni tangenti che condividono comunicazione e incontro con le persone. Per me è stato come unire i puntini per andare proseguire sulla strada che avevo iniziato a tracciare da bambina con la danza”.

 

Quindi tutto è iniziato con la danza…

“La prima volta che sono salita sul palco avevo quindici anni. Ero al teatro Ponchielli e ricordo ancora l’emozione che ho provato ballando sul palcoscenico. Il teatro è arrivato dopo, quando mi sono convinta che avrei dovuto provarci. Poteva andar bene o non succedere nulla, io ci ho messo tutta me stessa. Ora ne ho fatto una professione. È un lavoro impegnativo ma che dà soddisfazioni, mi ritengo privilegiata”.

 

Cos’è per te il teatro?

“Il teatro è creare dal niente, è un’esplorazione, l’incontro con gli altri artisti e con chi fruisce della tua creazione. È anche una questione di opportunità e di determinazione, di quanto riesci a mettere a frutto il tuo talento. Dopodiché è la roulette della vita: è necessario essere al posto giusto al momento giusto”.

 

Nata a Crema, abiti a Milano. Quanto conta il luogo?

“A Crema torno molto volentieri. Cerco di portare qua le esperienze che faccio altrove, perché Crema è la mia città e mi piace starci. Tuttavia, ciò che trovi su piazze come Milano o Roma è indispensabile: le persone che incontri, le collaborazioni, le opportunità. In questo lavoro viaggiare è imprescindibile: bisogna sempre essere pronti”.

 

Difficoltà e soddisfazioni della vita da attrice?

“La difficoltà maggiore è la necessità di dimenticarsi di sé e dei propri limiti, mantenere la concentrazione per stare nel personaggio, dire o fare cose che non faresti mai nella vita. Le gratificazioni sono molte: dai complimenti dello sconosciuto fuori dal teatro di periferia a tua madre che ritaglia la tua foto sulla copertina di una rivista e la fa vedere a tutti. La mia più grande soddisfazione è riuscire a stare nel mondo con i miei talenti, coltivandoli e restituendoli agli altri. Credo sia questa la chiave di tutto”.

 

Sembra di capire che per te il teatro non sia solamente un’arte. È così?

“Il teatro è una palestra di vita. Per me è un’esplorazione delle mie capacità espressiva e delle storie umane. Credo chiunque dovrebbe provare a fare un po’ di teatro: per sé, per individuare ed utilizzare la chiave dell’incontro con gli altri. Fare teatro significa usare il proprio corpo, le proprie sensazioni e la propria voce. È un’esperienza liberatoria perché ti apre e ti spinge a ragionare sulle maschere che ogni giorno indossiamo. L’attore, in fin dei conti, è un professionista delle emozioni”.

 

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

“Continuerò con il teatro e con la formazione, così come con il cinema e la fiction. A settembre gireremo una puntata pilota sulla vita dell’attore e uscirà la puntata di Camera Café; mi piacerebbe anche continuare a collaborare con Il milanese imbruttito”.

 

Vacanze?

“È un’estate piuttosto movimentata: le faccio a pezzetti, un po’ qua e un po’ là. Sto pensando a un bel viaggetto invernale anche se non ho ancora stabilito la meta, che potrebbe essere l’Asia come il Sud America. Viaggiare è fondamentale, è la priorità: in fin dei conti, sono una esplorattrice”.

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