09-02-2016 ore 09:42 | Rubriche - Medicina e salute
di Stefano Aiolfi

Come comportarsi per combattere il freddo, dall'alimentazione ai raggi Uv

Cominciamo con l’alimentazione. I cibi vanno assunti possibilmente caldi ed abbondanti perché per mantenere uniforme la temperatura corporea è necessario bruciare più “nutrimento”, senza però eccedere con i grassi per evitare di aumentare di peso! Puntiamo sui prodotti ricchi di vitamine: A, B, C, E.

 

Quali cibi soprattutto durante l’inverno?

Quelli di stagione, cioè patate, carote e zucca perché ricchi in carotenoidi, precursori della vitamina A (antiossidante e stimolante delle difese immunitarie). Ma anche gli spinaci, che sono ricchi di acido folico, vitamina C e carotenoidi. Aglio e cipolla contengono sostanze con proprietà antibiotiche naturali (allicina). Fagioli, ceci, lenticchie contengo ferro utile a contrastare il freddo. Le noci invece contengono non solo i grassi essenziali ma anche lo zinco che è un micronutriente per le cellule del sistema immunitario e la prevenzione delle infezioni, mentre le mandorle sono ricche di vitamina E che è un potente antiossidante che contrasta i danni da radicali liberi. Non dimentichiamoci di latte e latticini (formaggi, yogurt) che aiutano la microflora batterica intestinale a stare in allerta contro le infezioni. Il pesce, le uova e la carne, tutti altamente proteici, producono l’effetto di termogenesi dietetica che mantiene alto il metabolismo e controlla la nostra temperatura corporea. Ci sono poi gli agrumi (arance, clementine, mandarini, limoni) ricchi di vitamina C fondamentale per il potenziamento del sistema immunitario.


Cosa bere d’inverno?

Prima di tutto acqua: è sempre necessario bere molta acqua (se non si hanno diete di restrizione per motivi cardio-nefrologici) perché l’acqua è un depuratore naturale che ci permette di eliminare attraverso le urine molte scorie. Non bere alcolici! L’alcol interferisce con la capacità del nostro organismo di regolare la temperatura corporea vasodilatando il capillari periferici (da qui nasce la sensazione di calore dopo un “cicchetto”) ma allo stesso tempo favorendo una importante dispersione di calore corporeo. Anche il fumo o il caffè possono essere pericolosi perché al contrario, restringono i vasi sanguigni delle mani e dei piedi, che quindi tendono a raffreddarsi più rapidamente. Bene fanno anche le tisane calde e il tè verde.

 

Come vestirsi quando fa freddo?

Sembra una domanda retorica, ma vedere in giro d’inverno molte persone, soprattutto giovani con indumenti leggeri è un po’ un controsenso! Non si pensi a mutandoni e maglie di lana... Il metodo di vestirsi a cipolla è il migliore soprattutto quando si indossano anche calzature adeguate, un paio di guanti, un cappello e una sciarpa. Così il corpo si mantiene sicuramente caldo. Un’attenzione particolare va rivolta ai bambini che giocando, possono non rendersi conto del freddo e quindi incorrere in inconvenienti, soprattutto sulle mani se toccano senza guanti sbarre di ferro gelide di cancellate o corrimano o giochi in ferro presenti nei giardini pubblici. Per quanto riguarda invece gli anziani, ricordiamoci che la capacità del loro organismo di garantire una giusta termoregolazione è limitata da una serie di fattori: presenza di una o più malattie croniche, necessità di assumere molte medicine, nutrizione non adeguata, idratazione insufficiente per scarso senso della sete, inattività e sedentarietà. Inoltre, per motivi di risparmio finanziario, essi tendono a riscaldare meno le loro abitazioni e ciò li espone a maggior rischio perché hanno una bassa percezione del freddo.

 

Inverno in montagna e raggi ultravioletti (UV)

Gli sciatori rischiano di assorbire tanti UV pericolosi almeno quanti ne assorbono i patiti della tintarella sulle spiagge. Nelle zone alpine gli UV possono essere due volte più dannosi perché si assorbono sia quelli diretti, che provengono dal sole. sia quelli riflessi dalla neve. Ogni 300 metri di altitudine la quantità di UV che raggiunge la superficie terrestre aumenta del 5% per cui a 3.000 metri di altitudine la loro intensità aumenta del 50%. C’è poi il rischio di ustioni cutanee: la neve riflette circa l’80% dei raggi UV solari che possono provocare ustioni alle guance e alle orecchie. Si sa che fino all’80% degli UV solari attraversa gli strati nuvolosi non troppo spessi e possono riflettendosi sulla neve, aumentare la loro azione ustionante. Per questo quando si è in montagna è importante proteggere la pelle con creme solari anche quando è nuvoloso. I raggi UV danneggiano anche gli occhi; ricordiamoci di indossare occhiali idonei a proteggere la cornea e il cristallino, per evitare che i danni si manifestino a distanza di tempo sotto forma di cataratta. Dott. Stefano Aiolfi, Direttore dell'Unità Operativa di Broncopneumologia, Azienda Socio Sanitaria Terrirtoriale 'Ospedale Maggiore' di Crema

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