08-03-2024 ore 20:35 | Rubriche - Costume e società
di Paolo Emilio Solzi

Lo storico pub Don Stuart di Crema festeggia per quattro giorni i suoi primi 35 anni di attività

Il 7 marzo 2024 il glorioso Don Stuart – uno dei pub più longevi di Crema, uno degli ultimi rimasti nel centro storico – ha compiuto 35 anni (più due di vecchia gestione). Il Don Stuart ha preso il nome da una birra inglese che ormai non viene più importata in Italia. È stato fondato nel 1987, ma dopo un biennio è rimasto chiuso per alcuni mesi. Arrigo Corsini l’ha riaperto il 7 marzo 1989 insieme a tre soci. Dal 2010 è l’unico proprietario.

 

Per aspera ad astra

Arrigo mi spiega: «Durante i primi anni del Don Stuart, a Crema c’erano pochi altri posti aperti tutte le sere, perciò si era creato un ambiente malfamato. La polizia passava spesso qui davanti. Poi la clientela buona ha gradualmente scacciato quella cattiva. Ci segnalavano chi si comportava male e ci aiutavano ad allontanarlo». Sentire queste parole fa un effetto strano a chi ha conosciuto il pub di recente. Oggi il Don Stuart è un ambiente tranquillissimo, soprattutto nelle serate ordinarie, quando non ricorrono feste o anniversari. Non è un posto da ragazzini: gli avventori abituali hanno dai 30-40 anni in su. Si tratta di persone che hanno cominciato a frequentare il pub negli anni Novanta, da adolescenti, e lo frequentano ancora con mariti, mogli, figli o nipoti. Alcuni bevitori si incontrano, e subito partono dialoghi nostalgici: «Non ti vedevo da dieci anni. Sei ancora uguale. Forse un pochino più bianco», «Non sono diventato bianco: sono diventato biondo». Quando il clima consente di aggiungere dei tavolini all’aperto, nel tardo pomeriggio appaiono allegre famigliole con bambini piccoli che giocano, mentre i genitori gustano l’aperitivo.

 

Per chi suona la campana

Arrigo è simpatico e ciarliero con i suoi clienti, che ovviamente conosce tutti. Ascolta sempre i loro consigli. La bellissima insegna del Don Stuart, in ferro battuto, ricorda le insegne di certe botteghe nell’Italia centrale. Un mobile è mezzo ricoperto di adesivi con loghi di birrifici, tatuatori e scuole di arti marziali. Due in particolare saltano all’occhio degli osservatori più attenti: quello di Edegis, un programma su Radio Croda (webradio underground di Offanengo che trasmetteva musica rock e metal), e quello di Art Shot, un collettivo informale che, a partire dal 2004, ha organizzato eventi culturali e manifestazioni a Crema. Un muro del soppalco ospita periodicamente piccole mostre di artisti e fotografi che vogliono esporre le loro opere. L’oggetto più iconico del Don Stuart è una campana in lega metallica, realizzata parecchi anni orsono dalla Fonderia Allanconi di Bolzone. Quando gli lasciano una mancia, Arrigo suona la campana. Il suono è potente e dura a lungo, seguito dagli applausi dei bevitori.

 

Nostalgia e ricordi

Arrigo continua: «Abbiamo moltissime birre, sia artigianali che industriali. Menzione speciale per la Una Don, birra prodotta con luppoli inglesi da un birrificio artigianale – su ricetta del nostro pub – che si beve solo qui». O almeno si beveva. Era un po’ che non veniva più prodotta. Per questo compleanno speciale ho avuto il privilegio di assaggiarla nella sua nuova versione (sotto lo sguardo dei veterani che significava: “Pivello! Io ho assaggiato quella originale alla fine degli anni Ottanta”). La mascotte del Don Stuart è Dino, che nel 2024 festeggia 77 anni. È seduto orgogliosamente al banco del pub fin dal 1989. Sottolinea sempre quanto è affezionato ai quattro soci fondatori, quanto erano buone le birre di una volta (senza nulla togliere a quelle attuali) e quanto l’ambiente del Don Stuart sia familiare e accogliente. I commenti degli altri avventori sono tutti piuttosto simili: «Il Don Stuart è la mia seconda casa, o forse la prima», «Venivo qui trent’anni fa da ragazzo, e ci vengo ancora con i miei figli», «Qui ho conosciuto mia moglie», «A Crema i giovani avevano proprio bisogno di piccole realtà underground come questa, senza andare ogni volta fino a Milano per trovare posti alternativi dove ci si divertiva, sia pure responsabilmente», «Negli anni Novanta la parola “pub” era impronunciabile in famiglia. Un tabù assoluto. Evocava posti notturni dove tutti venivano traviati, tutti si drogavano, tutti diventavano satanisti. Adesso i pub sono considerati “roba da vecchi” dalle nuove generazioni». Sic transit gloria mundi. Una cliente fra le più conosciute mi racconta che ha lavorato al bar milanese Le Trattoir, ai tempi in cui era “l’ufficio” di Andrea G. Pinketts, dove lui si rifugiava per scrivere. Una conoscenza che le invidio moltissimo!

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Al Don Stuart si possono bere birre alla spina o in bottiglia di birrifici italiani, europei e di tutta la palla terrestre. Birre trappiste, da meditazione, alla frutta o acide. Ma anche bibite, amari, long drinks, superalcolici, accompagnati da bruschette, panini, pinse, crostoni, taglieri di salumi e formaggi. Chiedo ad Arrigo di consigliarmi una birra interessante. Possibilmente piccola, dato che devo scrivere lucidamente, come Pinketts a Le Trattoir. Risponde che per l’occasione non esistono birre piccole: «Stasera le più piccole sono le medie». E poi: «Ti do una bomba». Sorrido pensando che sia un caso di dolus bonus, ossia – nel linguaggio dei giuristi – quelle vanterie dei venditori o esaltazioni della propria merce talmente esagerate da non essere idonee ad ingannare i compratori, poiché nessuno le prende alla lettera (id est: “Qui si beve il caffè più buono del mondo”). Arrigo mi passa un boccale di birra più chiara, più limpida e meno amarognola della Una Don, esclamando: «Questa è una bomba!» L’assaggio: «Buona, ma che birra è?» Ripete: «Una bomba». A quel punto realizzo che “bomba” è maiuscolo ed è il nome della birra. Lui perdona la mia ignoranza. Sa che mi intendo più di vini che di birre. Esco dal pub per ultimo, a tarda notte, rinnovando ad Arrigo i miei auguri: «Oggi il Don Stuart compie 35 anni, come Dante nel mezzo del cammin di nostra vita. Gliene auguro almeno altrettanti prima di arrivare alla fine». Intanto la festa continua. Libagioni e baccanali per questo anniversario importante andranno avanti fino a domenica sera, con musica dal vivo. Prosit!

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