06-11-2016 ore 12:28 | Rubriche - Musica
di Andrea Galvani

King Crimson, il potere dell’essenza. Oltre 2 mila persone agli Arcimboldi di Milano

Quando l’essere e la sostanza delle cose disintegrano il superfluo, l’inutile, l’apparire. Un concerto strabiliante. Potentissimo, con solo un pizzico di dolcezza. Ventisette brani ed oltre 2 ore e mezza di musica sublime. Il teatro degli Arcimboldi di Milano tutto esaurito: ben oltre la mezzanotte, ieri sera 2400 persone estasiate hanno salutato con l’ennesima standing ovation la prima delle otto serate italiane dei King Crimson. In primo piano sul palcoscenico, da destra a sinistra, Gavin Harrison, Jeremy Stacey e Pat Mastelotto. Dietro di loro Mel Collins, Tony Levin, Jakko Jakszyk e sir Robert Fripp.

 

Cavalcata trionfale

I brani scelti per il debutto italiano ripercorrono la prima era dei Crimson, dal 1968 al 1975. Il meglio – o quasi - dei primi album, i più amati. Strepitose le due versioni di Larks tongues in aspic, The letters, Level five e Indiscipline, un capitolo a parte Easy money e la seconda parte di Starless, con arrangiamenti da tramandare ai posteri. Delizioso fuori programma l’inno d’Italia intonato da Collins col flauto traverso. Generosi i musicisti, che hanno dato vita una serata che in molti ricorderanno a lungo, coronata dall’estasi finale di schizoid man. Il re Cremisi è vivo. Viva il re.

 

La scaletta del concerto

Questa la scaletta del concerto agli Arcimboldi di Milano di sabato 5 novembre 2016: Tuning up, Drumson werning, Larks tongues in aspic part one, Pictures of a city, Lizard (The battle of Glass Tears, part I Dawn song), Red, Cirkus, Fracture, Epitaph, Hell hounds of Krim, Easy money, Interlude, The talking drum, Larks tongues in aspic part two. Seconda parte: Fairy dust, Peace, Indiscipline, The court of the Crimson King, The construkction of light, The letters, Sailor’s tail, Meltdown, Radical action II, Level five, Starless. Bis: Banshee legs hassle e 21st century schizoid man.

 

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