Una città di provincia diventa la capitale del giornalismo per un weekend. Nuovo successo per l'undicesima edizione del Festival di Internazionale, evento dedicato all'informazione senza frontiere. Dal 29 settembre al 1 ottobre la città degli Este ha ospitato 250 relatori provenienti da 40 Paesi, per un totale di 130 incontri aperti al pubblico - circa 71 mila persone in tre giorni - e 270 ore di programmazione a base di attualità, letteratura, economia, cultura e arti visive, cui si aggiungono workshop tematici, proiezioni ed eventi per bambini. Grazie alla presenza di ospiti d'eccezione e una nutrita schiera d'infaticabili volontari under 30, l’edizione 2017 del Festival riesce ancora una volta a trasformare un capoluogo di provincia in un porto di idee, in cui la contaminazione culturale è ricchezza.
I giovani, veri protagonisti
Ordinata, rispettosa, poliglotta, appassionata. Eccola, la meglio gioventù del Festival. In piazza Trento e Trieste la fila inizia dalle 7.30 in poi, e si ripete per tutta la giornata di fronte ad ogni ingresso. Con ordine quasi britannico - un inedito rispetto allo stereotipo tricolore - i serpentoni di persone scorrono lungo le vie centrali della città per accaparrarsi i posti alle conferenze in calendario. Sul palco nessuna rockstar, ma penne di fama internazionale, registi, inviati speciali, persone che con professionalità e passione hanno saputo fare la differenza.
Da Prodi alle Matite appuntite
Presenti il deputato Romano Prodi, la rappresentante in Italia della Commissione Europea Beatrice Covassi, e l’economista greco Yanis Varoufakis, ministro delle finanze del governo Tsipras, chiamati a discutere confini e prospettive di un’Europa tesa tra la crisi della politica tradizionale e la nascita di nazionalismi xenofobi. Tra gli invitati non sono mancati personaggi poliedrici come Jacopo Fo, Daria Bignardi, gli scrittori Erri De Luca e Pankaj Mishra e le Matite appuntite dei fumettisti Zerocalcare e Guy Delisle. Ospiti che si divertono a scompaginare luoghi comuni e proporre teorie, provocazioni, prospettive inedite su crisi migratoria, stereotipi culturali e di genere o reportage dai fronti di conflitto e di sviluppo, non per dare risposte ma per suggerire le giuste domande.