31-08-2017 ore 18:46 | Politica - Dall'italia
di Francesco Ferri

Lombardia, elezioni. Piloni punta sulla "strategia condivisa per lo sviluppo locale”

“Regione Lombardia per la provincia di Cremona non ha alcuna strategia di sviluppo. È bene cominciare a prenderne atto in vista delle elezioni regionali. Oggi ci sono tutte le motivazioni per cambiare rotta e dare al territorio lo sviluppo che merita, partendo dalla vocazione agricola, che ha bisogno di rilancio puntando sull'innovazione e la formazione”. Questo il commento del segretario provinciale del Pd e assessore allo sviluppo sostenibile del comune di Crema Matteo Piloni dopo l’incontro con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (qui il dettaglio), candidato del Pd alla presidenza regionale.

 

Le priorità del territorio

I temi principali per lo sviluppo del territorio riguardano il sistema ferroviario, le infrastrutture fluviali, i collegamenti con Milano e il sostegno al settore primario. “La provincia – spiega Piloni - da anni attende risposte sul sistema ferroviario. Oggi l’assessore Alessandro Sorte annuncia che i quattro treni diretti da Crema a Milano saranno attivi solo da dicembre anziché da giugno come promesso. Il territorio cremasco valuta positivamente il raddoppio della Paullese. È necessario però il completamento dell’opera e la realizzazione del nuovo ponte a Spino d’Adda. Il Pd ha sempre chiesto cosa volesse fare concretamente la regione per il collegamento di Cremona con Mantova. Abbiamo appreso dall’assessore Gianni Fava che l’autostrada non si farà. Questa è l’unica risposta ottenuta”. Sul tavolo anche il tema delle infrastrutture fluviali: “Mentre Salini e Malvezzi puntano sul canale navigabile fino a Milano, che nel frattempo non serve più, rimaniamo in attesa di conoscere se la Regione vuole puntare sul polo industriale di Tencara, rendendo navigabile per tutto l’anno il Po per collegare davvero Cremona e Mantova al mare”. Per il sistema agroalimentare in Lombardia “la Regione e Fava hanno speso solo il 7,69% delle somme europee disponibili”. Lo stesso discorso vale per i Gal – gruppi di azione locale – nel casalasco dove “non è stato speso nemmeno un euro dei 60 milioni messi a disposizione grazie ai bandi voluti da Fava”.

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