Crema non avrà più matricole. Il polo d’informatica di via Bramante a partire da settembre 2018 perderà gli iscritti del primo anno. Resteranno invece gli studenti del secondo e terzo. La decisione della Statale sembra irrevocabile: troppo importante far fruttare gli investimenti fatti in via Celoria, a Milano. Strutture nuove da "riempire" con docenti e studenti. Il Cremasco però non ha nessuna intenzione di cedere senza lottare. È pronto a dare battaglia. Pronto eventualmente a lasciar partire l'informatica, ma deciso a non perdere del tutto l'alta formazione.
Impoverimento del territorio
Lo ribadiscono i consiglieri regionali Matteo Piloni (Pd) e Federico Lena (Lega Nord). In una lettera del 28 marzo (documento in allegato) indirizzata a Gianluca Vago, rettore dell’Università degli studi di Milano, "la scelta rischia di impoverire la città e il territorio nonostante l’aumento delle iscrizioni riscontrato negli ultimi anni”. Pur comprendendo “le motivazioni di carattere logistico e organizzativo che hanno portato a maturare questa soluzione”, il Cremasco pretende il rispetto della convenzione fino al 2020.
Iscrizioni da mantenere a Crema
A partire da quella data, oltre a “cosmesi, meccatronica e agroalimentare” i consiglieri regionali ritengono come indispensabile l'apertura di alte specializzazioni professionali e ricerca operativa “per competere sul mercato globale”. La sede di Crema "avrà necessariamente un ruolo centrale”. Una vertenza territoriale destinata a proseguire, coinvolgendo la nuova giunta regionale.