30-09-2016 ore 13:37 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Bando rifiuti, Rifondazione chiede le dimissioni del Cda di Scrp e rilancia la proposta di gestione in house del servizio

“Bloccare il bando per la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti; sciogliere il Consiglio di amministrazione di Scrp; costituire una società pubblica per la gestione in house del servizio di igiene ambientale”. Questa la posizione di Rifondazione Comunista, alla luce del “caos che si è determinato sull’appalto del servizio, gestito in modo superficiale e dilettantistico dalla Società cremasca reti e patrimonio”.

 

Dimissioni del Cda

“Le ultime vicende gli errori madornali nella previsione dei costi, con la riduzione di ben 150 mila euro per un servizio, le continue altalene tra delibere consiliari, di giunta, ora divenute facoltative, il tentativo goffo di far deliberare ai Comuni con allegati segreti, fino all’ulteriore rinvio alla prossima primavera della chiusura di questo percorso travagliato ci inducono a chiedere con forza le dimissioni del Cda di Scrp, pasticcione e inconcludente”.

 

Le criticità del modello

A ciò si aggiunge “la confusione determinata dai vari consulenti, a partire dal project manager esterno, dalle due società di consulenza ambientale e i due studi legali, tutti profumatamente pagati con i soldi dei contribuenti, senza ad oggi aver concluso nulla. Arrivati a questo punto, Rifondazione comunista ritiene non più percorribile la strada del bando basato sul dialogo competitivo, dimostratosi fallimentare, con zone oscure, con conflitti di interessi evidenti e denaro buttato nelle varie consulenze”.

 

La gestione in house

Rifondazione rilancia la proposta “mai presa in considerazione da parte dei sindaci, a partire da colei che guida l’amministrazione comunale di Crema, di gestire in house il ciclo dei rifiuti, per soddisfare e perseguire obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità, nell’interesse esclusivo dei cittadini utenti, minimizzando i costi del servizio, valorizzando quanto fatto sul territorio da Scr prima e Linea Gestione poi”.

 

Invito al confronto

Il modello a cui si riferiscono gli esponenti di Rifondazione è quello di Padania Acque, “società interamente pubblica, posseduta dagli enti locali cremonesi. I sindaci devono sapere che è possibile, nel rispetto delle normative europee, della legislazione italiana e del risultato referendario del 2011, gestire in house il servizio rifiuti, e noi – concludono – li invitiamo perlomeno a confrontarsi, a discutere su questa possibilità”.

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