30-05-2016 ore 20:50 | Politica - Cremona
di Andrea Galvani

Consiglio provinciale. Scuole, Cremona va di fretta, il Cremasco vuole approfondire

Nei giorni scorsi i sindaci cremaschi avevano fatto mancare il numero legale in consiglio provinciale in segno di protesta contro il progetto Vezzini, oggi la seduta non è neppure iniziata per l'assenza dei consiglieri cremonesi. Il tutto è quindi rinviato a mercoledì 1 giugno, in seconda convocazione, quando basteranno i consiglieri cremonesi per approvare il documento tanto contestato. In caso di approvazione, oltre ad una frattura che al momento appare insanabile, il Cremasco si vedrebbe costretto ad impugnare la delibera.

 

Il riepilogo

Nonostante ciò prosegue il lavoro del territorio cremasco per quanto riguarda la vicenda del dimensionamento scolastico. Facciamo un rapido riassunto: Rete scuole ha sostenuto la necessità del coinvolgimento del personale docente, Laura Zanibelli dell’Ncd ha promosso “l’idea di un polo agro-meccanico a Crema”, Antonio Agazzi di Solo cose buone per Crema ha invece parlato di “indecorosa ‘trattativa’, incurante della coerenza formativa degli accorpamenti, condizionata dalle esigenze del capoluogo”. Le novità odierne sono di carattere politico e tecnico. Partiamo dalla tecnica, con un contributo – integrale in allegato – alla comprensione della materia fornito dai dirigenti scolastici e passiamo alla politica: Forza Italia ha convocato per martedì mattina una conferenza stampa ed il capogruppo Simone Beretta ne ha anticipando il contenuto con una battuta: “c’è tempo per una soluzione condivisa”.

 

La pacata rivoluzione

I sindaci dell’area omogenea cremasca, compresi i consiglieri provinciali Gianluca Savoldi, Fabio Calvi, Stefania Bonaldi, Gianni Rossoni e Pietro Fiori – dopo l’incontro pubblico di sabato mattina, Qui l’approfondimento - hanno dato seguito alle intenzioni e sottoscritto un documento pubblico da sottoporre ai colleghi del consesso provinciale, sostenendo che “la ridefinizione degli Ambiti Territoriali prevista dalla legge Buona Scuola è una rivoluzione epocale per poter essere affrontata e approvata in modo frettoloso. Non vi sono scadenze perentorie tali da dover imprimere un'accelerazione autoritaria, rischiando di rompere irrimediabilmente l'equilibrio di un territorio e la serenità degli operatori e delle operatrici della scuola”.


Gli equilibri selettivi

I sindaci cremaschi ritengono che “una scelta così complessa, con risvolti occupazionali importanti, e soprattutto – in prospettiva – critica se non ampiamente condivisa, necessiti del contributo di tutti: dirigenti scolastici, docenti, famiglie degli alunni, amministrazioni comunali. Non rinneghiamo il ruolo della politica nell'operare tale scelta: è un suo compito precipuo. Ma la politica non può occuparsi di garantire solo equilibri selettivi, facendo gli interessi di una o due istituzioni scolastiche, perdendo di vista la sua complessità”.
 

L’omogenea definizione
Non facendo mistero della “contrarietà ad operazioni chirurgiche mirate a salvaguardare solo gli interessi di due istituzioni scolastiche”, dato che “la partita è ampia”, i referenti del Cremasco ribadiscono di non essere disposti ad accettare scelte unilaterali, “incomprensibili perché costruite in modo semplicistico e ragionieristico, accorpando realtà disomogenee per storia, orientamento formativo ed indirizzo. Siamo invece disponibili ad aprire un confronto ampio, con tutti i portatori di interesse, affinché si raggiunga una definizione che sia la più coerente, omogenea e soddisfacente per tutti”.

 

L’ordine del giorno

Per raggiungere questo scopo è “discriminante il ritiro del dimensionamento scolastico dall'Odg del consiglio provinciale” di per mercoledì. In caso contrario tutti i portatori di interesse “saranno mortificati e sviliti” e i referenti cremaschi si vedrebbero costretti ad “aprire ad ogni forma di tutela prevista dalla Legge, per salvaguardare un sistema che, altrimenti, sarebbe irrimediabilmente compromesso da una scelta unilaterale non giustificata da motivi di urgenza”.

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