30-01-2015 ore 19:27 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema, luogo di culto islamico. Agazzi: "da Lottaroli dichiarazioni offensive e deliranti"

"Offensive e deliranti". Così Antonio Agazzi, capogruppo di Servire il Cittadino, bolla la dichiarazione di  Mario Lottaroli, esponente di Rifondazione comunista in Consiglio comunale, “la Musalla si farà, si rassegnino i razzisti e gli islamofobi locali”.

 

Chi l’ha impedito?

“Se la maggioranza di centrosinistra avesse voluto – scrive il capogruppo di Servire il cittadino – avrebbe già da parecchio portato in votazione la richiesta di realizzare un Centro culturale arabo a Crema. Sono trascorsi oltre due anni e mezzo e la pratica, in Commissione, arrivò subito dopo le elezioni comunali, mercoledì 10 ottobre 2012. Chi avrebbe impedito alla maggioranza che sostiene il sindaco Bonaldi di deliberare favorevolmente? Una minoranza?"

 

Grane opposizione al progetto

“Una minoranza – prosegue Agazzi – che è tale proprio per via dei numeri, sarebbe stata sconfitta, ovviamente. Ebbene, la proposta di delibera non è mai arrivata al vaglio del Consiglio comunale. Forse attendevano che qualcuno togliesse loro le castagne dal fuoco? Magari il centrodestra in Regione, con la nuova legge, di recentissima approvazione? Così da poter dire alla Comunità islamica di Crema, con cui han preso impegni, senza palesarlo ai cremaschi, “volevamo autorizzare il Centro culturale arabo ma ce l'hanno impedito”. In realtà, temo abbiano compreso la grande opposizione sociale a tale progetto e l'impopolarità conseguente.

 

Intese mancanti

“Il contesto internazionale non aiuta a corrispondere, con serenità, alla richiesta degli islamici che sono tra noi. Intese tra Islam e Stato italiano, diversamente da tutte le altre confessioni religiose, non esistono e non sono operative. Perché creare situazioni di fatto, in assenza di tale cornice? Nessuna amministrazione ha mai negato, a Crema, agli islamici il diritto di professare la loro fede o spazi adeguati per i loro tempi forti (Colonia Seriana, Palestra Toffetti)”.

 

Il salto di qualità

“Qui si vuole fare un salto di qualità: realizzare un Centro culturale arabo, che non è un semplice luogo di culto, tant'è che vi si insegnerebbe anche la lingua araba e si vorrebbe realizzare su un'area pubblica, concessa in diritto di superficie dal Comune. Il Pgt, per inciso, già prevede tre aree specificatamente destinate a finalità di culto, ma l'amministrazione attiva una variante per rendere disponibile un'altra area, quella in Via Milano, non lontana dalla solita Coop. Sicuri che si voglia, in tal modo, perseguire l'integrazione?

 

“Luoghi di reclutamento”

In tale contesto si inserisce la “questione sicurezza”. “In via Mazzini – aggiunge Antonio Agazzi – la comunità islamica è, a tutt’oggi, in affitto e un contratto d'affitto si rescinde agevolmente, nel caso accadano situazioni incresciose. E che gli Iman e le moschee o realtà similari si siano dimostrati spesso strumenti e luoghi non solo di preghiera, ma anche di reclutamento di esseri umani da mandare a combattere in aree critiche del mondo è un dato di fatto”.

 

L’esperienza cremonese

“È successo qualcosa del genere non lontano da noi: a Cremona, Motta Baluffi, Treviglio, Milano. Gli islamici sono, inoltre, caratterizzati da eterogeneità, non hanno un'autorità univoca e riconosciuta cui fare riferimento, non distinguono ancora con nettezza sfera religiosa e civile. Ecco perché è stato finora impossibile, solo con loro, sottoscrivere intese; ecco perché le moschee o realtà similari non sono semplici luoghi di culto e, quindi, non è in gioco propriamente la libertà religiosa”.

 

L’attrazione dal territorio

“Una volta realizzato a Crema, il Centro culturale arabo diverrebbe attrattivo a livello extraterritoriale, non servirebbe solo gli attuali fruitori, a livello quantitativo. Gli interlocutori di oggi potrebbero non essere quelli di domani; e tutto ciò viene liquidato come razzismo e islamofobia da Lottaroli e da Rifondazione comunista, ovvero da coloro che un tempo, con Karl Marx, ritenevano la religione oppio dei popoli?

 

L’offesa ai firmatari

“E gli oltre 5 mila firmatari dell’ultima petizione organizzata in città meritano di essere offesi in modo così grossolano? Sono affermazioni che si qualificano da sole! In ogni caso, ribadisco, nessuno impedisce all'amministrazione di procedere. Hanno i numeri per onorare le promesse fatte agli islamici e taciute ai cremaschi, in campagna elettorale, per timore di perdere voti”.

 

Civiltà a repentaglio

“Concludo ricordando il martirio dei cristiani nel mondo, spesso, anzi quasi sempre, per mano del terrorismo di matrice islamica. È un modo di aiutare i cristiani cacciati dalle loro case e terre, perseguitati, trucidati, quello di fare ponti d'oro agli islamici che vengono da noi? Non vi è il rischio di mettere a repentaglio la nostra sicurezza ma, gradualmente, anche i nostri stili di vita, le nostre libertà, la nostra civiltà?”

 

Multiculturalismo obbligatorio?

“Per altro – conclude il capogruppo Agazzi – si riproducono molto più di noi e non è totalmente fuori dalla realtà chi paventa la possibilità di una progressiva islamizzazione dell'Europa che fu cristiana. Ma qui ampliamo troppo lo spettro dei ragionamenti. Sindaco e maggioranza hanno assunto l'impegno con gli islamici? Lo onorino! È proprio necessario anche il nostro voto a favore? È proprio obbligatorio infangare chi non si arrende al pensiero unico del multiculturalismo?”

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