29-08-2016 ore 20:38 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Festa de l’Unità. Dalla riforma costituzionale al referendum, Maurizio Martina: “ricuciamo lo strappo tra politica e società”

Tra i grandi appuntamenti politici dei prossimi mesi un posto di primo piano lo occupa il referendum costituzionale, ultima tappa di un lungo percorso di riforma che ad ottobre verrà sottoposto al voto dei cittadini. Di questo e di molto altro si è parlato stasera alla Festa de l’Unità del Cremasco con Maurizio Martina, Ministro alle Politiche Agricole dell’attuale governo.

 

Territorio e governabilità

La riforma costituzionale non è solo una questione parlamentare: intreccia connessioni con la vita quotidiana, con i bisogni del Paese. Come ha spiegato il ministro, “il tema della crescita sostenibile e della tutela del territorio è un tema che settimana scorsa, a causa del sisma che ha colpito 16 Comuni, è tornato in primo piano. Buona parte della nazione si gioca la vita con tematiche quali sostenibilità e governo del territorio”.

 

Snellimento istituzionale

Dove sta il merito della riforma in tutto ciò? Anzitutto nello snellimento istituzionale. “Stiamo facendo un passo verso il superamento del bicameralismo perfetto: oggi abbiamo due Camere fotocopia, viviamo in una delle ultime democrazie parlamentari con una sovrapposizione di competenze. Ci sono provvedimenti – come il Collegato agricolo alla Legge di stabilità del 2013 – approvati ad anni di distanza dall’inizio dell’iter”.

 

Sincronizzare i tempi

Questo, nella pratica, ha ricadute dirette sui tempi di legiferazione. A sua volta, iter meno complessi aiutano a ricucire lo strappo con le tempistiche del meccanismo-Paese. “ Quando legiferiamo, abbiamo tempi di reazione delle istituzionale completamente sfasati dalla realtà e dai bisogni espressi al di fuori del Palazzo – ha aggiunto il Ministro – i cittadini per primi domandano una capacita di intervento più immediata”.

 

Il merito della riforma

Né l’iter né il corpus dei provvedimenti in sé sono rimasti esenti da critiche. “Dobbiamo stare di più sul merito di questa riforma – ha commentato Martina – che intreccia le radici culturali e politiche della storia della sinistra, del centrosinistra fino arrivare a quella del Partito democratico. Il tema di una democrazia decidente è il primo anello fragile del rapporto tra politica e società”.

 

Il momento dei cittadini

“Se stiamo al merito delle proposte della riforma ci sono bune ragioni per sostenerla – ha aggiunto il ministro – ancor di più in un tempo dove chiedere cambiamenti ai cittadini è un’impresa ancora più ardua. Siamo a un passo da un cambiamento utile, ma ora abbiamo bisogno dei cittadini, del loro sostegno, del loro supporto e del loro consenso. Abbiamo due mesi e mezzo per fare questo lavoro: chi può e chi vuole – ha concluso il Ministro – ci dia una mano a costruire un’iniziativa il più larga possibile”.

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