29-07-2016 ore 20:12 | Politica - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Comitato per il No: "riforma accentratrice e antidemocratica"

Un no per mandare a casa Renzi: questa la caratterizzazione politica del comitato per il No – Insula Fulcheria presentato ieri e che vede impegnato il centrodestra cremasco nella campagna referendaria per bocciare il progetto di riforma costituzionale voluto dal premier Matteo Renzi. Lo hanno precisato più volte i membri del comitato, da Mauro Tenca che ne è il presidente ai componenti Gianmario Donida, Antonio Agazzi, Monica Uggè, Paolo Patrini e Tino Arpini: il messaggio che deve passare è quello di far leva sul risultato referendario, per raggiungere due obiettivi. “Bocciare la logica del centralismo burocratico di vecchia riedizione comunista”, come ha definito la riforma costituzionale l’avvocato Martino Boschiroli e mettere fine all’esperienza dell’ex sindaco di Firenze quale inquilino di Palazzo Chigi.

 

I renziani veri difensori di questa riforma

L’avvocato Boschiroli ha parlato di difesa dei principi costituzionali, che rappresentano l’ossatura di una società e di una rivolta morale e civile per contrastare la riforma Renzi-Boschi, scritta male in contrapposizione alla vigente carta costituzionale, prodotto della Costituente e del lavoro di revisione di un latinista del calibro di Cetto Marchesi. Di sensibilizzazione della cittadinanza cremasca attraverso dibattiti e incontri, ha parlato il presidente Tenca, che ha definito la Renzi-Boschi una riforma antidemocratica e accentratrice. Nel merito della riforma, l’intervento del consigliere comunale di minoranza Antonio Agazzi, che ricordando come il testo del ’48 rappresentò un momento di convergenza tra tutti i partiti politici, questa riforma vede una riscrittura di ben 47 articoli, operata da una maggioranza parlamentare. Non eletta, ma formatasi per necessità mettendo insieme parte del centrosinistra e fuoriusciti del centrodestra, da Alfano a Verdini. Una costituzione riscritta da una parte, in particolare dai renziani del Pd, “veri difensori di questa riforma”, che legittimerebbe in futuro qualsiasi maggioranza a cambiare la costituzione, ha concluso Agazzi.

 

I privilegi restano

Accanto ai temi squisitamente tecnici, dall’accentramento delle competenze, con buona pace delle ragioni della sussidiarietà in voga qualche anno fa, ai privilegi delle regioni a statuto speciale che, fa notare Agazzi, non saranno toccati perché eventuali riforme “verrebbero effettuate solo con il consenso delle stesse regioni”, nei vari interventi sono stati sollevati diversi interrogativi. Ad esempio, la corte costituzione il prossimo ottobre, potrebbe decretare l’illegittimità dell’Italicum, sistema elettorale strettamente collegato al nuovo impianto costituzionale.

 

Perché il sindaco non vota no?”

Tra gli effetti del no al referendum, ci sarebbe anche la bocciatura della riforma Delrio e tutta la partita relativa al nuovo assetto delle province, compreso il pericolo del cantone Valpadana per il cremasco e l’ipotesi di area vasta. “Perché il sindaco di Crema non vota no?” si chiede Agazzi, che aggiunge: “Continua a distribuire la costituzione ai giovani, ma poi è lei stessa a non credere in quella costituzione”.

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