29-03-2015 ore 11:57 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Servizio civile volontario, Tino Arpini all’attacco della maggioranza: “inclusività solo di facciata, la mia era una buona idea”

A distanza di un mese dalla bocciatura in Consiglio comunale, Tino Arpini – consigliere di Solo cose buone per Crema – torna sulla proposta di attivare il servizio di Leva civica volontaria, accusando la maggioranza di essere “bloccata ideologicamente al punto da non saper neanche copiare buone idee per la nostra città e i suoi cittadini, che altrove suoi simili applicano”.

 

Servizio civile

Nella mozione il consigliere chiedeva di istituire il Servizio civile volontario per attività socialmente utili. Rivolto a disoccupati, lavoratori in mobilità, cassaintegrati o pensionati, mira a “favorire forme di partecipazione attiva alla vita di comunità delle persone a rischio di emarginazione sociale”, attraverso “il coinvolgimento delle persone appartenenti alle categorie a rischio nelle attività sociali in appositi progetti e percorsi di volontariato attivo”.

 

Inclusività di facciata

Ripercorrendo passo a passo l’iter di costruzione della mozione, con precisi riferimenti alle modalità e agli amministratori contattati, Arpini attacca la maggioranza rea, secondo lui, di “non voler approvare una buona idea, dal momento che la stessa era nata fuori dai propri banchi: ciò a riprova di quanto sia solo di facciata la tanto sbandierata inclusività”.

 

Indizi di apprezzamento

È un “peccato – secondo il consigliere ombrianese – anche perché i commenti che riscontravo dai cittadini erano molto favorevoli. Inoltre, proprio in questi giorni, un amministratore di un comune del Cremasco mi ha rintracciato telefonicamente per chiedermi di poter utilizzare il testo della mozione e relativo regolamento annesso, per proporli al proprio Comune: evidente indizio di apprezzamento”.

 

La situazione nel cremasco

Delusione per la bocciatura resa ancora più cocente dagli esempi provenienti dal territorio: “il Comune di Romanengo chiede piccoli servizi in cambio di contributi erogati a titolo di aiuto nel pagamento delle bollette”. “Lo stesso Comune di Crema – conclude Arpini – ha una convenzione con il Tribunale per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per persone che abbiano subito condanne. Ciononostante, come un muro di gomma, la maggioranza ha rimbalzato ogni proposta, affermando che il vero problema sociale è l’evasione fiscale e non anche il forte, a volte troppo diffuso e facile, ricorso alla richiesta di sussistenza”.

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