29-01-2015 ore 10:31 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Presentate le prime 5 mila firme contro il centro islamico. Donida: “sostenuti anche dal centro sinistra”

Novanta fogli contenenti circa 75 firme ciascuno, per un totale di almeno 5 mila adesioni. Rappresentano la prima tranche delle sottoscrizioni alla petizione promossa dal Club Forza Silvio Crema 1, per “chiedere all’amministrazione di interrompere il progetto di realizzazioni di un centro culturale islamico”. I tabulati, con nomi e cognomi dei sottoscrittori, verranno presto protocollati e consegnati al sindaco, Stefania Bonaldi.

 

I promotori

La notizia del deposito delle firme l’ha data Gianmario Donida – presidente del Club promotore – ieri sera in conferenza stampa, accompagnato dagli esponenti delle forze politiche che hanno sostenuto l’iniziativa, ovvero: Forza Italia, Lega Nord, Nuovo centro destra e le liste civiche Servire il cittadino e Solo cose buone per Crema.

 

Il bacino dei firmatari

Il numero di adesioni raccolto è considerevole. Non stupisce, a detta di Donida, che “anche una buona parte degli elettori del centro sinistra ci ha sostenuto, commentando che il progetto non era incluso nel programma elettorale dell’attuale amministrazione”. La petizione non è rimasta tra le mura cremasche. Di recente, come anticipato da Cremaonline, i sindaci di Soncino, Romanengo e Salvirola hanno acconsentito a tenere i moduli per le firme presso il loro comune.

 

Interessi specifici

La protocollazione del malloppo non esaurirà la raccolta firme: “terminerà solo se il progetto verrà cancellato o quando verrà realizzato”, ha chiarito il presidente del Club Forza Silvio Crema 1. Secondo i promotori della petizione, il centro culturale islamico rappresenta un “progetto miope”, che “ha costretto la comunità alla sua divisione”. La petizione, al contrario, “ha reso consapevoli i cittadini del tempo perso per esprimersi contrari riguardo ad un progetto che impatta una parte minima e specifica della società”.

 

Contrarietà diffusa

“Anche i militanti storici del Pd – ha rincarato la dose Antonio Agazzi, capogruppo di Servire il cittadino – ci dicono” non firmerò mai ma siamo contrari”, a testimonianza che la contrarietà è diffusa”. Sgombrata dal campo anche l’ipotesi di un’inversione di coscienza della popolazione: “i cittadini cremaschi – ha sottolineato Laura Zanibelli, capogruppo Ncd – non hanno mai messo in dubbio la libertà di culto e nemmeno credo si siano svegliati con i nemici davanti agli occhi”.

 

Possibilità referendum

Ad oggi le 5 mila firme raccolte nei moduli della petizione sono l’unico dato disponibile. Tuttavia, un’analisi obiettiva, che prenda le distanze dai proclami politici e dalle diatribe da bar, ad oggi è impraticabile. Non esistono dati in merito alla desiderabilità sociale del progetto, “ma – osserva Agazzi in conclusione – con l’approvazione della Legge regionale 195 sui luoghi di culto torna possibile l’utilizzo dello strumento referendario, una strada percorribile”. 

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