28-07-2016 ore 20:43 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Consiglio comunale bollente ma passa l’assestamento. L'opposizione lascia l'aula e accusa, replica la maggioranza

"Quello che è successo rende evidente che a qualcuno il sole dà alla testa”. Si apre col laconico commento di Emilio Guerini la cronaca dell’ennesima bollente seduta di oggi del consiglio comunale. Andiamo subito al nocciolo, dicendo che il limite di legge del 31 luglio è stato rispettato: l’assestamento di bilancio è stato approvato coi soli voti della maggioranza perché i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula dopo 50 turbolenti minuti di seduta (nell'immagine). A presiedere i lavori il vice presidente del consiglio, ovvero Christian di Feo, del Movimento 5 Stelle, al posto di Vincenzo Cappelli, assente giustificato per ferie. Come l'anno scorso in occasione della variante al Pgt la sua assenza scatena il putiferio.

 

Le accuse della minoranza

Nella conferenza stampa della minoranza – a consiglio comunale in corso – il centrodestra ha denunciato, in ordine sparso, “l’assoluta approssimazione”, “l’arroganza” e il “pressapochismo preoccupante” dei colleghi, senza trascurare una stoccata a Di Feo, reo di non aver abbandonato i lavori, consentendo alla maggioranza di raggiungere il numero legale. Per Antonio Agazzi, Servire il cittadino, oggi si è riformata la maggioranza del san Domenico, evidentemente i grillini dovevano restituire il favore dell’elezione del loro candidato nel cda della Fondazione che gestisce il teatro e l'istituto Folcioni”.

 

Inciuci, astensioni ed organi terzi

Da non trascurare, per Agazzi, “il fatto che due giorni fa i Cinque stelle si siano astenuti e non abbiano votato contro l’abusivismo di via Caprotti”. Non solo: “nel Comune vengono meno gli organi terzi. Non solo per quanto riguarda la presidenza del Consiglio, quanto di più parziale, ma anche i dirigenti, che non comprendo come passano lasciare agire indisturbati questi politici inesperti, senza che siano obbligati a rispettare le norme”. Fuori dall’aula (nell'immagine), nel battibecco con Simone Beretta, Forza Italia, che lo accusava di aver rinsaldato un patto con la maggioranza ai danni dell’opposizione, “forse per inesperienza e incapacità politica”, Di Feo ha allontanato l’ipotesi di inciuci, dicendo che la sua presenza in aula era da ritenersi “una scelta politica” ed un “atto di responsabilità” dovuto alla scadenza di legge. Un esponente della maggioranza si è lasciato andare ad un commento al vetriolo: "è la certificazione che Beretta non ha il potere politico di far mantenere i patti ai consiglieri di minoranza. E appena Agazzi si è alzato per lasciare l'aula è stato costretto a seguirlo. Forse è questa la ritrovata serenità di cui parla il coordinatore Donida".

 

L’altezza dei partner e la rigidità delle paritarie

Torniamo alla conferenza della minoranza. Laura Zanibelli, Ncd, ha denunciato di aver chiesto invano i costi della manifestazione Crema petalosa, ha sottolineato la tolleranza dell’amministrazione nei confronti di una serie di associazioni e attività culturali come I Manifesti, mentre “nei confronti delle scuole paritarie sono molto rigidi nella richiesta di documentazioni e bilanci”. Non solo: “dal 2 al 4 settembre al sant’Agostino è prevista una manifestazione di scacchi ed è sottolineato che c’è la disponibilità di un punto ristoro. Ma com’è possibile se il bando non è ancora stato chiuso e siamo già alla fine di luglio? Come si fa a farne preventivo se non si sa ancora se sarà già aperto e con che costi, oltre che con chi?” Tocca ad Alberto Torazzi, Lega Nord, che lascia la conferenza stampa a metà - “scusate ma ho un impegno” - dopo aver sostenuto che nella maggioranza “c’è un grandissimo imbarazzo a dire quanti soldi sono entrati dall’attività di accertamento”. Per l’esponente della Lega nord “è importante scegliere bene i partner” ed evidentemente, in questo compito, il Comune “non ha scelto un partner all’altezza”. “Perché sono uscito dall’aula? Per l’atteggiamento arrogante della maggioranza. Sembra che solo loro siano belli e bravi, invece non sono né bravi né buoni”, anzi, evidenziano “un pressapochismo preoccupante”. Per Tino Arpini, Solo cose buone per Crema, è infine lampante che “la minoranza è calpestata nei suoi diritti”.

 

L’uomo della strada e le situazioni poco chiare

Inaugurando un inedito metodo operativo ma rispettata senza alcun dubbio la par condicio, conclusa la conferenza della minoranza è toccato alla maggioranza. Identica location, diametralmente opposte le argomentazioni. Inizia Teresa Caso, Pd: dopo il sentito “grazie a Di Feo che ha garantito il numero legale”, l’attacco alla minoranza, “che continua a lanciare accuse, facendo supposizioni raramente, anzi mai suffragate dai fatti”, con il chiaro intendo di lasciare intendere all’uomo della strada che in Comune ci sia qualcosa che non funziona o comunque situazioni poco chiare. Decisa l’assessore Morena Saltini: “Beretta si assumerà la responsabilità di quanto ha detto. Lo avete sentito tutti: ha sostenuto che noi ci inventiamo le cifre. Noi chi? La Giunta non ha alcun potere di indicare i valori di bilancio, perché ogni elemento è supportato dagli atti”. Per la maggioranza l’atteggiamento dei consiglieri di opposizione “è gravissimo”. L’obiettivo è di fare sparate sui giornali senza curarsi della sostanza.

 

Ratei e sorci verdi

Ultimo elemento di cronaca. Simone Beretta è andato su tutte le furie in Aula, poco prima di uscire, chiedendo di sapere “il dato, un unico dato, la cifra esatta, non mille parole su quanto ammonta l’accertato”, spiegando poi ai giornalisti che il Comune ha messo a bilancio poco più di 1 milione e 500 mila euro, mentre “ad oggi hanno incassato poco più di 100 mila euro e se andrà bene ne incasseranno al massimo 300 o 400 entro la fine dell’anno. Tradotto significa che non possono spenderli e dovranno andarli a prendere da qualche altra parte”. L’assessore ha invece sostenuto che non sia possibile fornire un semplice dato, perché la partita è molto più complessa e deve tenere conto anche delle rateizzazioni. Comunque, ha concluso, “stiamo monitorando il dato, gli uffici sono sulla partita. Posso assicurare che faremo quanto serve per ottenere quanto riportato nelle cartelle esattoriali” e quindi quanto è stato iscritto a bilancio: "figuriamoci se un funzionario metterebbe la firma su un documento che non abbia tutti i crismi della regolarità, non scherziamo!". La vicenda, in sostanza, è tutt’altro che chiusa, dall'una e dall'altra parte. Per l’assessore i conti torneranno con grande abbondanza, mentre il centrodestra assicura che sarà un autunno molto caldo e la maggioranza “sarà costretta a vedere molti sorci verdi”.

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