28-05-2015 ore 13:42 | Politica - Provincia di Cremona
di Gianni Carrolli

Provincia di Cremona. Prelievi a domicilio, l'Asl torna sui suoi passi. Alloni, Pd : “bene affidare le decisione al medico di famiglia”

Al prelievo a domicilio potranno accedere: gli invalidi al 100%, con o senza accompagnamento; pazienti in dimissioni da ricoveri per acuti, per i quali è accertata la “intrasportabilità clinica”; i pazienti per i quali il medico di famiglia certifica le “condizioni cliniche ed ambientali” che rendono necessario il servizio a domicilio. Questo quanto decretato dall’Asl di Cremona nella circolare del 25 maggio, a seguito della querelle sul ridimensionamento del servizio.

 

L’inizio della querelle

Tutto ha avuto inizio con la circolare 18711/15 in cui l'Asl annunciava il giro di vite. Nel documento, l'ente sociosanitario specificava che “il servizio prelievi venosi a domicilio è riservato ai pazienti che si trovano in condizioni di non trasportabilità, o che non sono deambulanti e che sono stati riconosciuti invalidi civili con diritto all’accompagnamento”.

 

Il commento di Alloni

Il provvedimento ha subito suscitato l'indignazione del consigliere regionale Pd, Agostino Alloni: “l’Asl di Cremona ha deciso di fare economia su persone che hanno gravi difficoltà. Non stiamo parlando di migliaia di privilegiati, ma di un numero limitato di soggetti che hanno un problema importante. Un anziano di quasi novant’anni, con tre protesi, cardiopatico, in terapia anticoagulante orale e quindi sottoposto a continui controlli e con l'esenzione riconosciuta con validità illimitata, dovrà farsi portare all’ambulatorio a fare la coda come se nulla fosse”.

 

Nessuna strumentalizzazione

L’accusa mossa da Alloni ha suscitato  a sua volta il forte malumore del direttore generale dell’Asl di Cremona, Gilberto Compagnoni, secondo il quale il consigliere Pd avrebbe strumentalizzato politicamente la cancellazione dei prelievi a domicilio per i pazienti con particolari problemi. “Non ho strumentalizzato un bel nulla – replica Alloni – c’è una decisione che colpisce i più deboli e che chiedo di revocare. Cancellare un servizio perché pochi ne abusano risponde a una logica inaccettabile”.

 

Sulla pelle dei più deboli

“La platea di chi ha diritto al servizio è stata ridotta a una manciata di persone in condizioni davvero al limite, mentre per tutti gli altri le cose sono cambiate, eccome. In alternativa ci si può affidare agli operatori privati, ovviamente a pagamento. Per una persona che ha bisogno di due o tre prelievi al mese, la richiesta è di 15 euro ad uscita, per una spesa annua che può raggiungere i 500 euro. Ripeto – conclude Alloni – si sta risparmiando sulla pelle dei più deboli”.

 

Il ripensamento

La nuova circolare Asl è stata invece salutata con favore dal consigliere Alloni: "dimostra che avevamo buone ragioni a dire che la decisione dell’Asl era sbagliata. È stato necessario denunciare il problema per rimettere le cose a posto. La nuova circolare fa una cosa semplice, affida la valutazione sulla necessità del prelievo a domicilio ai medici di famiglia - conclude il consigliere - che sono le figure più adatte a capire se il paziente può o meno andare al laboratorio per gli esami"

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