27-03-2015 ore 16:40 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Poste Italiane. Prosegue la battaglia contro la chiusura ad Ombriano. Tino Arpini: “la sospensione non ci lascia tranquilli”

“La sospensione del provvedimento non ci lascia tranquilli; non è la prima volta che il territorio viene privato di servizi essenziali a colpi di motivazioni illogiche e in nome di presunte misure di efficientamento e razionalizzazione che portano invece solo danni economici e disservizi ai cittadini”. Così Tino Arpini, consigliere comunale di Solo cose buone per Crema, scettico in merito allo stop al piano di riorganizzazione di Poste Italiane.

 

Le azioni politiche

“Sono cosciente che la battaglia si è fatta ardua – spiega Arpini – dopo che Ombriano è finito nella lista nera delle soppressioni decise da Poste Italiane; sarebbe stato tutto più facile se si fosse dato ascolto al mio pre-allarme del luglio 2013, ingenuamente ignorato”. Tuttavia, qualcosa è stato fatto: sono in totale circa 1400 le firme raccolte contro la chiusura del presidio. A sostegno della causa si sono spesi il sindaco Stefania Bonaldi, l’onorevole Franco Bordo ed i consiglieri regionali Agostino Alloni e Carlo Malvezzi; “a vicenda chiusa, vorrò sapere da ciascuno quale riscontro abbiano avuto le nostre “fatiche” della raccolta delle sottoscrizioni e ne darò pubblicamente conto”.  

 

Riduzione del personale

“Poste – prosegue il consigliere – ha sospeso i termini ultimi del provvedimento, previsti per il prossimo 13 Aprile, senza dare altre scadenze ma, sembra, accettando tavoli di confronto e ulteriore analisi di tutta la questione. Certamente Ombriano ha un peso in termini demografici che altri centri sopprimendi non hanno e, per questo, diventa ancor più incomprensibile la volontà di chiudere. Probabilmente in quest’ottica, è stato ridotto il personale allo sportello e, conseguentemente, il cliente premuroso si rivolge ad altri uffici concorrendo, inconsapevolmente, a configurare quella riduzione di lavoro che strategicamente serve alle motivazioni di Poste Italiane”.

 

Non demordere

“Raccomando quindi ai rappresentanti politici già destinatari delle nostre sollecitazioni a non demordere nel tentativo di ottenere da Poste Italiane la revoca del provvedimento e il pieno mantenimento del servizio nella frazione più popolosa della città, nella quale sono presenti numerose attività economiche che trovano nell’Ufficio postale, come nei ben tre sportelli bancari presenti sul territorio, quei servizi complementari, indispensabili al buon funzionamento del lavoro. Per questo li ringrazio a nome di tutti gli ombrianesi – conclude Arpini – restando osservatori attenti delle evoluzioni”.

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